Il malcontento nella Lega, soprattutto quella veneta, sotto le ceneri della fallimentare gestione dell’elezione del presidente della Repubblica da parte di Matteo Salvini. Dal consiglio federale è emersa la volontà di tornare a celebrare i congressi. Volontà spinta da Zaia
Zaia chiede di tornare a fare i congressi della Lega. Aria di resa dei conti in Veneto dove la leadership salviniana è sempre più contestata, anche se non frontalmente. Sotto le ceneri della fallimentare gestione dell’elezione del presidente della Repubblica da parte di Matteo Salvini, il malcontento cova. I cambiamenti arriveranno, ma la strada scelta non sembra voler essere quello della sommossa locale, ma piuttosto quello del regolamento di conti “soft”. Ritarando i pesi in regione, ma senza faide.
Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha comunque lanciato qualche stoccata durante l’assemblea della Lega. Se la prima riguardava appunto i congressi della Lega nel Veneto e l’urgenza di celebrarli, la seconda come era prevedibile era quella di inserire nell’agenda di governo anche la tanto agognata autonomia. E qui si capirà la caratura del feeling tra Zaia e il rinnovato asse Draghi – Mattarella. Che in molti sono disposti a giurare essere notevole.
Zaia svela addirittura che il presidente Mattarella stesso gli avrebbe parlato dell’autonomia del Veneto alla vigilia della sua riconferma. Dunque, dovrebbe esserci una sponda istituzionale a cui appoggiarsi in questa battaglia che la Lega veneta, e Zaia in primis, coltivano da ormai molto tempo.
I congressi vengono ormai chiesti non solo da Zaia ma anche da molti esponenti della Lega veneta
Anche in quest’ottica servono i congressi del Veneto, vere e proprie arene in cui poter ritarare i pesi delle diverse anime del partito e confrontarsi. Anche perché bisognerà fare mente locale e ricalibrarsi nell’ottica delle prossime politiche. In molti sperano che il congresso possa essere un’occasione di confronto.
Ieri, il governatore Zaia ha ribadito: «È impensabile che si possa non avere i congressi, non è neanche stato messo in dubbio». Sarebbe il prolungarsi dello stato emergenziale a impedire che avvengano, ma non regge poi più di tanto. «Dal 31 marzo, se non ci sarà proroga dello stato di emergenza, si chiariranno questi passaggi e possiamo andare avanti», taglia corto Zaia.
