Alessio D’Ambrosio è il preside del distretto scolastico di Vo’ Euganeo, la cittadina da cui un anno fa è partito l’incubo che stiamo ancora vivendo. Accortosi che i bimbi disabili, che ancora frequentano le lezioni, sarebbero rimasti senza trasporti a causa delle restrizioni, non ci ha pensato un attimo: li porta a scuola lui e poi li riaccompagna a casa. Tutti giorni. Uno alla volta, tutti quanti
Ogni mattina il preside Alfonso D’Ambrosio citofona a casa degli studenti che ancora frequentano la scuola perché con “bisogni educativi speciali”. Saluta i genitori e li fa montare sulla propria auto. Durante il tragitto ascolta musica con i bimbi disabili e poi li accompagna sino dentro all’aula. Finite le lezioni, fa tutto il viaggio di nuovo, ma al contrario. Per ogni alunno, un’andata e un ritorno. Una piccola storia di umanità e amore – riportata dall’Ansa – che parte da Vo’ Euganeo, il comune dei Colli padovani da cui un anno fa è iniziato l’incubo della pandemia e dove si ebbe il primo morto.
Il preside racconta di aver pensato ai diritti previsti dalla Costituzione. E così, invece di segnalare semplicemente la carenza organizzativa, ha deciso di risolverla direttamente e in prima persona
Il preside, tassista improvvisato per aiutare i bimbi disabili, gestisce il distretto scolastico di Vo’ Euganeo, Cinto e Lozzo. Che ora si trova in zona rossa, come tutto il Veneto. Le sue funzioni non prevederebbero questo compito, ma ci sono ancora persone per cui i doveri morali sono più forti e sentiti degli obblighi di legge o lavorativi. E così quando venerdì scorso è scattata la chiusura degli istituti scolastici a causa del superamento del parametro di contagio, D’Ambrosio si è accorto che sul trasporto degli studenti con disabilità, ai quali sono comunque garantite le lezioni in presenza, le scuole erano impreparate. Il preside racconta di aver pensato ai diritti previsti dalla Costituzione e così invece di segnalare semplicemente la carenza organizzativa, ha deciso di risolverla direttamente e in prima persona.
“Porto tre alunni ogni giorno – racconta D’Ambrosio – naturalmente uno alla volta”. All’inizio non è stato facile. “C’è chi tra i ragazzini è timoroso – spiega – perché trovarsi il preside accanto li spaventa, altri sono orgogliosi di questo e poi c’è chi come un bambino autistico, a suo modo, dice grazie”. A noi invece il piacere di raccontare la storia di chi non si è tirato indietro di fronte ai più deboli. Come il preside di Vo’, tassista per i bimbi disabili durante la grande pandemia.

