Un Vinitaly diverso quello del 2021, solo per gli addetti ai lavori, ma ugualmente sentito e importante per dare un segnale forte di ripartenza. Non solo, per fare di nuovo di Verona e del Veneto le capitali del Vino.
Al Vinitaly 2021, in corso a Verona dal 17 al 19 ottobre, la parola d’ordine è “ripartenza”. Una vera e propria spinta in accelerazione in quella che vuole essere il motore propulsivo dell’economia veneta, ma non solo, nazionale e internazionale.
Sono 400 le aziende espositrici, e sono previsti cui 200 top buyer provenienti da 35 Paesi. L’ingresso è consentito solo agli operatori, ma si percepisce una vera e propria ripresa del settore vinicolo, che tutti aspettavamo ardentemente.
Dalla crisi del settore alla volontà di crescita e di ripresa, il ruolo del Vinitaly 2021
Se è vero che il settore vinicolo, così come tutto ciò che gira intorno alla ristorazione e agli eventi, ha subito un significativo crollo durante i mesi della pandemia; è anche vero che si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel e la rinascita passa proprio per il Vinitaly.
Anche se, per il momento, è stato trasformato da evento di massa in cui partecipavano anche appassionati e curiosi a evento d’élite riservato agli addetti ai lavori. Dove però non mancano degustazioni, conferenze, incontri, convegni e dibattiti. In concomitanza si svolgerà Wine2wine; un vero e proprio forum di due giorni che vanta 100 relatori internazionali e 1.500 operatori e manager (dal 18 al 19 ottobre 2021 ).
Zaia coglie l’occasione della Fiera per schierarsi contro il Prosek, continuando la sua battaglia per difendere il Prosecco veneto
A fare gli onori di casa al Vinitaly non poteva mancare il governatore Zaia, che ha presieduto l’inaugurazione di domenica 17 ottobre, sottolineando in primis l’importanza di questa manifestazione. «A livello nazionale è ora che si identifichi definitivamente la vocazione di questa fiera che è diventata il palcoscenico irrinunciabile per i produttori».
Ha poi ricordato l’importanza che he il Veneto per il mercato vinicolo; ovvero sottolineando che si tratta del quarto esportatore mondiale con 2,23 milioni di euro,. E si è schierato contro il Prosek. «Non è proprio vero che Prosek è un termine dei croati. Noi siamo convinti di avere la ‘pistola fumante’, e lo comunicheremo a breve; lo dimostreremo, carte alla mano, partendo un pò più distante da dove sono partiti i croati, e mostreremo che questo dossier dev’essere cestinato dall’Europa, dato che si presta ancora una volta all’italian sounding nel mondo».

