Una mostra sugli scacchi di Marostica va in scena con la storia del celebre gioco da tavolo, e non, attraverso gli antichi libri della Biblioteca Bertoliana di Vicenza.
In attesa della Partita con “pedine” viventi, che si svolgerà a settembre nella piazza degli scacchi più famosa del mondo, al Castello Inferiore di Marostica,in provincia di Vicenza, si terrà una mostra sugli scacchi di Marostica.
La battaglia dei due re con finte schiere
“La battaglia dei due re con finte schiere – La storia degli scacchi tra XIII e XVIII secolo nei libri della Biblioteca Bertoliana”, questo il titolo della mostra. L’evento è promosso dall’assessorato alla cultura e al turismo della Città di Marostica e dall’Associazione Pro Marostica.
La storia degli scacchi tra XIII e XVIII secolo
La mostra sugli scacchi di Marostica sarà inaugurata sabato 6 agosto e resterà aperta fino al 25 settembre. Ingresso libero. Per l’occasione sarà esposta anche una rara collezione di letteratura scacchistica universale custodita nelle raccolte della Biblioteca. L’opera contiene i manoscritti e le stampe datate tra il XIII e il XIX secolo, tra le quali spiccano alcuni dei trattati più importanti della letteratura scacchistica universale.
La leggenda degli scacchi di Marostica
La leggenda della Partita a Scacchi risale al lontano 1454, quando Marostica era una delle fedelissime della Repubblica di Venezia. Il suo governo era retto da un podestà nominato direttamente dalla città di S. Marco. Si narra che proprio in quell’anno due valorosi guerrieri, Rinaldo D’Angarano e Vieri da Vallonara, si innamorarono perdutamente della bella Lionora. Era la figlia del Castellano Taddeo Parisio, e per la sua mano si sfidarono a duello, come era di costume di quei tempi. Taddeo Parisio, che non voleva perdere nessuno dei due valenti giovani, impedì il cruento scontro rifacendosi a un editto di Cangrande della Scala di Verona. L’editto fu emanato poco dopo la tragica vicenda di Giulietta e Romeo, e confermato e aggravato dal Serenissimo Doge.
Lionora contesa
Decise quindi che Lionora sarebbe andata in sposa a quello tra i due rivali che avesse vinto la partita al nobile gioco degli scacchi. Lo sconfitto sarebbe divenuto ugualmente suo parente, sposando Oldrada, sua sorella minore, ancora giovane e bella. L’incontro si sarebbe svolto in un giorno di festa nella piazza del Castello da basso, con pezzi grandi e vivi. Armati e segnati delle insegne di bianco e di nero, secondo le antichissime regole imposte dalla nobile arte. Alla presenza del Castellano, della sua affascinante figlia, dei Signori di Angarano e di Vallonara, dei nobili delle città vicino e di tutto il popolo. Decise anche che la sfida sarebbe stata onorata da una mostra in campo di uomini d’arte, fanti e cavalieri, fuochi e luminarie, ballerine, suoni e danze.
Il duello
Così avvenne. Sfilarono arcieri e alabardieri, fanti schiavoni e cavalieri, il Castellano e la sua corte con Lionora e Oldarda, la fedele nutrice, dame, gentiluomini, l’araldo, il comandante degli armati, falconieri, paggi e damigelle, vessilliferi, musici e borghigiani. Poi ancora i meravigliosi pezzi bianchi e neri con re e regine, torri e cavalieri, alfieri e pedoni. Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara ordinarono le mosse ed al termine della disfida un tripudio di fuochi, luci e grida festose salutarono il vincitore.
Una storia d’amore
Lionora, trepidante perché segretamente innamorata di uno dei due, aveva ,con discrezione, fatto sapere al contado che il Castello da basso sarebbe stato illuminato di candida luce qualora la vittoria fosse stata conquistata dal cavaliere che faceva battere il suo cuore, affinché tutti potessero partecipare alla sua gioia.
Oggi come allora l’emozione si rinnova, in una fastosa cornice di costumi preziosi e di gonfaloni, affascinanti dame ed intrepidi cavalieri, scherzosi zanni, giocolieri e sputafuoco, rinnovando negli animi il sapore antico di una appassionante storia d’amore.
Associazione Pro Marostica
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Andrea Pesavento

