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A Verona due nuovi laboratori ad alto biocontenimento per combattere il Covid

L'inaugurazione dei nuovi laboratori dell'Ospedale di Negrar, in provincia di Verona (foto: VeronaSera)

All’ospedale Sacro Cuore di Negrar, in provincia di Verona, due nuovi laboratori ad alto biocontenimento per la ricerca in vitro su virus e batteri si affiancano agli altri quattro già esistenti. Serviranno a studiare e quindi a combattere il Covid e altri virus emergenti, come il West Nile, originario dell’Africa ma da anni presente in alcune zone d’Italia

L’Ospedale di Negrar, in provincia di Verona, conferma di essere una vera e propria eccellenza, veneta e nazionale, in vari campi, compreso un settore sempre più importante, delicato e difficile come la ricerca e la cura nel campo delle malattie infettive e tropicali. I due nuovi Laboratori di biocontenimento per la ricerca in vitro di patogeni sono particolarmente importanti, per tutte le attività che vi si svolgeranno, ma in particolare per rafforzare la lotta al Covid sul fronte della ricerca. Uno dei Laboratori è infatti ad alto biocontenimento, livello di sicurezza 3 su 4, e vi si studieranno i virus come SARS-CoV-2 e altri emergenti. Un ulteriore passo per garantire sempre più salute alla popolazione di Verona e del Veneto.

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I due nuovi laboratori di biocontenimento per la ricerca in vitro su virus e batteri si affiancano agli altri quattro già esistenti.

Inoltre saranno oggetto di ricerca il virus della dengue e chikungunya, endemici nelle regioni tropicali

Uno dei due nuovi Laboratori del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali e Microbiologia, è appunto quello ad alto biocontenimento, dove verranno studiati il virus SARS-CoV-2 e altri virus emergenti, come West Nile, originario dell’Africa ma da anni presente in alcune zone d’Italia. Inoltre saranno oggetto di ricerca il virus della dengue e chikungunya, endemici nelle regioni tropicali, ma che hanno già causato focolai epidemici anche in Occidente perché possono essere trasmessi dalla “zanzara tigre”.

“Sulla sorveglianza di questi virus – ha detto l’Assessore regionale alla sanità del Veneto, Manuela Lanzarin, durante l’inaugurazione delle nuove strutture – la Regione collabora già da dieci anni con il Centro di Negrar, e ora sarà possibile effettuare anche una ricerca di livello avanzato in laboratorio”. Un altro ambito di ricerca sarà sui micobatteri, che causano gravissime patologie, tra cui la tubercolosi e la lebbra.

Il Sacro Cuore di Negrar si arricchirà anche di prestigiose consulenze provenienti dall’Istituto Spallanzani di Roma

Con l’acquisizione di nuovi spazi e di nuove dotazioni tecnologiche, L’IRCCS Sacro Cuore di Negrar si arricchirà anche di prestigiose consulenze provenienti dall’Istituto Spallanzani di Roma: i professori Maria Rosaria Capobianchi e Antonino Di Caro entrambi virologi. Inoltre il laboratorio di classe 3 sarà diretto dalla dottoressa Concetta Castilletti, loro allieva e collaboratrice. Sono tutti ricercatori del gruppo che per primo ha isolato il virus SARS-CoV-2 in Italia. 

La redazione

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