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Veneto: Zaia e la secessione dei vaccini

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Il Governatore Luca Zaia durante la conferenza stampa odierna indossa l’elmetto e lancia la campagna di primavera della sua guerra al Covid: “Stiamo cercando di capire se il Veneto può acquistare vaccini in autonomia”.

Varie possono essere le critiche rivolte a Luca Zaia rispetto alla gestione di questa crisi pandemica, come ad esempio alcuni cambi repentini di visione generale, ma non di certo la sensazione di assenza di guida. Il timone appare sempre saldamente nelle sue mani. In fondo è questo ciò che piace di lui ai veneti. Ed è nella conferenza stampa di oggi martedì 2 febbraio che il governatore del Veneto sgancia la bomba: “Ci stiamo muovendo per capire se sul mercato si trovino approvvigionamenti di vaccini, non credo sia un reato comprarli. Lavoriamo a un progetto covid-free per la nostra regione”. Seppur rinominato “progetto covid free” in ossequio al marketing, il Veneto lavora quindi ad un progetto di immunità di gregge non tramite contagio ma tramite campagna vaccinale. Se necessario, autonoma.

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“Stiamo cercando un canale per riuscire a recuperare vaccini nella legalità e nel rispetto delle leggi

Seppur confezionato con toni legalitari, lo scenario è di quelli capaci di togliere il sonno al premier Conte e al ministro Speranza: regioni con maggiori risorse che si muovono in autonoma nel mercato dei vaccini. Un vero e proprio colpo mortale alla linea verticistica del governo M5S – PD. Zaia infatti non le manda a dire a Roma: “E’ inverosimile che ci sia un monopolio mummificato dei vaccini: il mondo è più fluido rispetto a come lo stiamo vivendo noi. In questa fase il paese deve garantire a chi trova i vaccini di poterli comprare. E lo deve garantire anche il legislatore. Non vi nego che più di qualcuno ci chiama dall’estero dicendoci che se siamo interessati, i vaccini ci potrebbero essere”. Affermazione questa che fa nascere la più spontanea delle domande: se sul mercato ci sono lotti disponibili, perchè l’Italia non compra quantitativi maggiori di vaccino?

“Nessuna legge ci vieta di comprare farmaci autorizzati da Ema e Aifa”.

“Il vero tema – prosegue Luca Zaia – è quello di non creare un danno erariale visto che il governo sta già procedendo con le forniture. E’ un percorso ad ostacoli, secondo noi comprarli è un elemento prudenziale. Mi piacerebbe riuscire a coinvolgere nelle vaccinazioni anche le aziende venete se arriveranno le dosi”. Perché la guerra del governatore prevede anche una fase due: l’immunizzazione di interi comparti produttivi, come quello del turismo. Il messaggio per Roma è quindi chiaro: se non si è capaci di preservare salute e al contempo economia, allora liberi tutti.

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