E’ rivolta nella Liga Veneta contro il segretario Matteo Salvini all’indomani della totale esclusione del Veneto dalle nomine dei sottosegretari. Lo sceriffo Gentilini: “Non fate i cani che ululano alla luna, combattete contro il potere lumbard”. Nel frattempo via Bellerio medita provvedimenti contro l’uomo simbolo della Liga Gianantonio Da Re, colpevole di aver espresso il disagio interno
La Liga Veneta è in rivolta contro Matteo Salvini. Basta leggere il tenore dei commenti all’interno dei gruppi social veneti, per capire che aria tiri. In quel Veneto dove la Lega macina percentuali bulgare, nessuno riesce ad accettare la totale e pesantissima esclusione dalle nomine dei sottosegretari. Salvini aveva 9 posti a disposizione. E nella lista che il leader del Carroccio ha presentato al premier Draghi ci sono lombardi, emiliani, liguri. Ma nessun veneto. “Ha fatto nominare uno di Latina…” – viene fatto notare da molti per far comprendere la portata dello smacco. Di fatto la Liga veneta ne esce come se pesasse zero. E se tra i militanti ci si fa giù davvero pesante, arrivando ad invocare la scissione. Persino i big leghisti del Veneto – che per ruolo e dovere di fedeltà solitamente preferiscono non alimentare polemiche – questa volta usano toni sì pacati, ma concetti pesanti. Tanto che Salvini medita di punirli: la loro colpa è di aver parlato troppo. Su tutto aleggia l’ombra della sempre più accesa rivalità interna tra salviniani e “Zaia boys”.
“Purtroppo l’inesperienza del nostro commissario non ha giovato”
A dare fuoco alle polveri della rivolta del Veneto contro Salvini è stato l’uomo simbolo della Liga Veneta, Gianantonio Da Re. L’europarlamentare ed ex segretario regionale leghista ha infatti lanciato la sua accusa al commissario Alberto Stefani, imposto al Veneto da Salvini. Ed è un’accusa davvero pesante: l’ala veneta del partito sarebbe stata presa a schiaffi a causa dell’incapacità del salviniano Stefani, troppo giovane e inesperto per gestire una partita di questo tipo. “Purtroppo l’inesperienza del nostro commissario non ha giovato – ha dichiarato Da Re dalle colonne de Il Gazzettino – non è una critica, ma una constatazione. Il commissario doveva gestire questa cosa. Io ci sono stato in quel ruolo, so cosa significa partecipare a quelle trattative. In questi casi bisogna andare lì decisi e far pesare l’importanza della Lega che, in Veneto, ha ottenuto il 33% alle politiche e il 49% alle Europee. Il Veneto sarebbe stato in grado di esprimere ottime figure per il ruolo di sottosegretario come Bitonci e Manzato”. Apriti cielo.
A buttare sulla situazione non ulteriore benzina ma addirittura dinamite ci pensa poi il mitico e intoccabile Giancarlo Gentilini
Indiscrezioni vogliono che Salvini sia furioso per le dichiarazioni di Da Re. E che nel ribadire la sua “piena fiducia in Alberto Stefani”, mediti addirittura provvedimenti molto severi. La cosa avrebbe l’effetto di una slavina. Punire ulteriormente la Liga veneta perché uno dei suoi esponenti di spicco manifesta il disagio interno dovuto all’essere stati snobbati, di certo non rasserenerebbe gli animi. Ma si sa, l’arte della mediazione non pare essere virtù di quest’epoca
Non benzina ma addirittura dinamite è quella che usa invece il mitico e intoccabile Giancarlo Gentilini. Una a cui le minacce di via Bellerio non fanno ne caldo nè freddo: “Il Veneto, che è la regione più leghista d’Italia, è stata ignorata per le nomine dei sottosegretari. Ancora una volta il potere lumbard ha fatto quello che ha voluto – dichiara anche lui al Gazzettino – senza interpellare i nostri dirigenti. Io ho una strana sensazione, credo che l’astro nascente leghista, e mio allievo, il governatore Luca Zaia, possa far ombra e dare noia a qualcuno. A chi? A voi cari cittadini l’interpretazione”.
Gentilini: “Voglio dire all’eurodeputato Da Re e a tutti gli onorevoli veneti di non fare come i cani che abbaiano alla luna. Devono iniziare una battaglia politica”
Nessuno meglio dello “sceriffo” Gentilini rappresenta in questo momento l’insofferenza vissuta all’interno della Liga e del Veneto nei confronti di Matteo Salvini e più in generale nei confronti del guinzaglio lombardo. “Ora voglio dire all’eurodeputato Da Re e a tutti gli onorevoli veneti di non fare come i cani che abbaiano alla luna. Devono iniziare una battaglia politica affinché il Veneto sia collocato al posto che merita. Il primato della politica leghista spetta al Veneto, non tollero sopraffazioni da parte di nessuno”. Su tutto, lo sguardo attento ma silenzioso del convitato di pietra, il governatore del Veneto Luca Zaia.
