A distanza di oltre 30 anni la Banda della Uno Bianca torna afar parlare di sè. L’organizzazione criminale composta da poliziotti operava soprattutto nella regioni dell’Emilia-Romagna e delle Marche. Tra il 1987 e il 1994 commise ben 103 crimini, molti dei quali erano rapine a mano armata. La Banda uccise un totale di ventiquattro vittime accertate e portò al ferimento di centodue persone. Una guerra, quella condotta dalla banda dei fratelli Savi, che segnò tremendamente l’Italia e lo stesso Stato.
Violenze sulla compagna
Era da poco in libertà, ma è arrivata la decisione di revoca da parte dell’ufficio di sorveglianza del tribunale di Padova. Il 57enne Marino Occhipinti, ex componente della famigerata banda della Uno Bianca, avrebbe ripetutamente maltrattato la ex compagna.
Condannato all’ergastolo
L’ex poliziotto della Narcotici di Bologna, Marino Occhipinti, è già condannato all’ergastolo per aver assassinato nel ’98 la guardia giurata Carlo Beccari. Nel 2018, l’ex uomo della Banda della Uno Bianca, aveva ottenuto la libertà condizionale dopo aver trascorso 24 anni dietro le sbarre. All’epoca il rilascio scatenò non pochi malumori e polemiche da parte dei famigliari delle vittime.
A ottobre sarebbe stato libero
Questi cinque anni di libertà condizionale, permessi dalla magistratura, si sarebbero conclusi il prossimo ottobre. Marino Occhipinti, quindi, in autunno sarebbe tornato ad assaporare quasi totalmente la libertà. Negli ultimi mesi, però, la Procura padovana ha aperto un nuovo fascicolo in cui l’ex poliziotto risulta indagato per violenza contro le donne. Nello specifico, gli inquirenti lo accusano di aver picchiato la propria compagna.
Occhipinti respinge le accuse
Marino Occhipinti respinge però le accuse attraverso il suo avvocato che il prossimo 24 agosto difenderà il proprio assistito all’udienza sul reclamo presentato. L’ex poliziotto della Uno Bianca lavorava per la cooperativa Giotto nel carcere Due Palazzi di Padova. Proprio questo lavoro aveva permesso a Occhipinti di accedere a misure alternative, dentro e fuori dal carcere.
Aldo Marzio

