Unioncamere Veneto pubblica i dati sulla natalità e la mortalità delle imprese nella nostra regione. L’economia veneta risulta in forte stallo. L’incertezza regna sovrana. Crollano le aperture di nuove aziende, ma rallentano anche le chiusure. Gli imprenditori cercano di capire l’evolversi della situazione economica
Sono stati pubblicati i dati di Infocamere elaborati da Unioncamere Veneto sulla natalità e mortalità delle imprese nella nostra regione nel primo trimestre dell’anno. I risultati, come oramai avviene sempre per tutte le comparazioni e gli studi di economia, sono molto negativi. Nei primi tre mesi del 2021 il tessuto imprenditoriale veneto è rimasto in stallo. I rapporti di fine marzo, a oltre un anno dall’inizio della pandemia, evidenziano infatti 5 mila nuove imprese in meno da marzo 2020. Lo rivela l’Ansa.
Nonostante un timido segnale di rimbalzo, il bilancio delle iscrizioni dei 13 mesi marzo 2020-marzo 202 fa segnare un volume di iscrizioni di nuove imprese stimabile in circa 5.000 unità in meno
Secondo l’analisi dell’economia del Veneto di Unioncamere a regnare tra gli imprenditori è l’incertezza. Tanto che così come non si aprono nuove aziende, anche le chiusure sono in rallentamento. Nonostante un timido segnale di rimbalzo, che fa i conti con un primo trimestre 2020 fortemente condizionato dalla pandemia con il fermo di ogni attività a marzo, il bilancio delle iscrizioni dei 13 mesi marzo 2020-marzo 2021, rispetto al corrispondente periodo 2018-2019, fa segnare un volume di iscrizioni di nuove imprese stimabile in circa 5.000 unità in meno. Le cessazioni effettive rilevate nel primo trimestre 2021 sono 9.135 unità. Un dato che sommato alle cancellazioni d’ufficio porta tecnicamente il totale a 9.463. Confermando la sostanziale stagnazione del saldo tra iscrizioni e cessazioni (-840).
Il saldo trimestrale (-840) è determinato da un flusso di iscrizioni in leggera crescita (da 8.031 del primo trimestre 2020 a 8.295 unità) e da cessazioni che diminuiscono
Al 31 marzo lo stock di imprese attive in Veneto si mantiene sugli stessi livelli di dicembre 2020, in tutto 427.257 (-260 unità), in controtendenza rispetto all’ultimo trimestre 2020 (-3.050 su dicembre 2019). In flessione (-473) rispetto al trimestre precedente, la componente artigiana con 123.480 imprese attive, il 26,2% del totale. Il saldo trimestrale (-840) è determinato da un flusso di iscrizioni in leggera crescita (da 8.031 del primo trimestre 2020 a 8.295 unità) e da cessazioni che diminuiscono, da 11.716 dei primi tre mesi 2020 a 9.135.
Unioncamere e l’economia del Veneto: “E’ necessario che i soldi dell’Europa arrivino presto alle imprese”
“Il numero delle cessazioni – commenta Unioncamere Veneto a margine della sua fotografia dell’economia del Veneto – sembra influenzato da fattori dissuasivi alla chiusura d’impresa, che lasciano le aziende in attesa di poter beneficiare dei ristori e delle altre forme di sostegno al reddito di lavoro autonomo, oltrechè dal divieto di licenziamento”.
Per il presidente di Unioncamere Veneto, Mario Pozza, “si tratta di un immobilismo preoccupante, ma ci auguriamo che le risorse del Recovery Fund possano dare uno shock positivo al nostro sistema economico. Perché questo accada, però, è necessario che i soldi dell’Europa arrivino presto alle imprese secondo una logica diverse da quella assistenzialista o dei bonus come quelli del monopattino. E, naturalmente, che non si torni indietro sulle riaperture”.
