Definito negli anni ’50 “il teatro più bello del mondo” dalla diva di Hollywood Katharine Hepburn, il Teatro Verde di Venezia si caratterizzata per le siepi di ligustro che impreziosiscono gli schienali delle sedute in pietra
Una perla torna a valorizzare l’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia. La Fondazione Giorgio Cini ha presentato stamani il progetto di recupero del Teatro Verde, grande anfiteatro all’aperto da 1.500 posti. Sarà visitabile a partire dal 10 aprile, in occasione della manifestazione ‘Homo Faber 2022’. Il lavoro di ripristino, reso possibile grazie alla partnership con Cartier, ha riportato alla luce l’architettura originaria, la qualità dei materiali e tutta la struttura botanica circostante.
Definito negli anni ’50 “il teatro più bello del mondo” dalla diva di Hollywood Katharine Hepburn, si caratterizzata per le siepi di ligustro che impreziosiscono gli schienali delle sedute in pietra. La particolare posizione di una parte del teatro a una quota inferiore rispetto al medio mare, lo hanno sempre esposto all’aggressività dell’acqua alta. Motivo per cui le programmazioni non sono mai state continuative e i restauri frequenti.
In occasione della riapertura infatti, i visitatori potranno vedere un’anticipazione de ‘La Maschera del Tempo’
Il nuovo progetto di recupero, iniziato nel 2021, ha previsto la pulizia delle sedute in marmo con trattamenti privi di agenti chimici. Inoltre il consolidamento del palco e la messa in sicurezza della scale d’accesso. Oltre infine alla sostituzione del ligustro, con la potatura di arbusti e alberature che rendevano impossibile ammirare gli esclusivi scorci lagunari. Allo stesso tempo, la Fondazione ha avviato un progetto culturale per la mettere in risalto l’intera struttura. In occasione della riapertura infatti, i visitatori potranno vedere un’anticipazione de ‘La Maschera del Tempo’. Si tratta di un’opera audiovisiva in quattro atti creata dall’artista Mattia Casalegno, nella quale sono indagati storia, spettacoli, presente e futuro del teatro.
Gli investimenti per ultimare il restauro sono consistenti
“La valorizzazione dell’anfiteatro è un piano a lungo termine” – ha commentato il segretario generale della Fondazione, Renata Codello. “Abbiamo cominciato con determinazione e la porteremo alla conclusione nei prossimi anni. Gli investimenti per ultimare il restauro sono consistenti, – ha concluso – ma confidiamo di poter perseguire l’obiettivo grazie ad alcune partnership che già in questa fase hanno permesso i primi interventi e la riapertura”.

