“Teatro fra parentesi” di Marco Paolini, in scena il 27 luglio a Villa Cerchiari di Isola Vicentina, nasce da una necessità: quella di immaginare un ruolo per lo spettacolo dal vivo che sia a tutto campo
Pensato durante l’isolamento, Teatro fra parentesi, in scena il 27 luglio a Villa Cerchiari di Isola Vicentina, è fondato su un canovaccio autobiografico che cuce insieme storie vecchie e nuove, arricchito via via con canzoni e musiche. Insieme a Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi, Marco Paolini lo ha plasmato come un concerto dedicato ai mestieri del “fare teatro”. Una narrazione intima e personale, fondata anche sull’ascoltare e non solo sul trasmettere. Ci sarà tempo per gli altri titoli, perché la pandemia ha cambiato le priorità, e questo è diventato un tempo di “Teatro fra parentesi”.
Le categorie non bastano più, parole come Arte e Cultura usate in difesa di una forma viva e mutevole suonano rinunciatarie
“Teatro fra parentesi” nasce da una necessità: quella di immaginare un ruolo per lo spettacolo dal vivo che sia a tutto campo. Le categorie non bastano più, parole come Arte e Cultura usate in difesa di una forma viva e mutevole suonano rinunciatarie. Circostanze straordinarie esigono sforzi straordinari. Con queste premesse è nata l’idea di Teatro fra parentesi. Lo spettacolo pensato durante il primo isolamento è andato in scena durante l’estate 2020 per pochi spettatori alla volta, distanziati. Avrebbe dovuto proseguire il suo cammino con la stagione invernale 20/21 ma la falsa (ri)partenza delle programmazioni teatrali lo ha di nuovo fermato.
Marco Paolini lo ha plasmato come un concerto di storie tra loro in apparenza lontane
Fondato su un canovaccio autobiografico che cuce insieme storie vecchie e nuove, si è arricchito via via con canzoni e musiche. Insieme a Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi, Marco Paolini lo ha plasmato come un concerto di storie tra loro in apparenza lontane. Che poi gradualmente si collegano, si parlano. Raccontando come i comportamenti individuali possano influenzare la direzione di una storia comune, pesare in modo determinante sul futuro di molte persone.
Si narra in modo intimo e personale, condividendo preoccupazioni, speranze e progetti coinvolgenti. Lo spettacolo, senza forzature nei proclami, indica in modo concreto un ruolo possibile per lo spettacolo dal vivo di questi tempi, fondato anche sull’ascoltare e non solo sul trasmettere. Per queste ragioni si è scelto di proporlo come spettacolo principale di questo nuovo tempo teatrale, non più coniato in termini di rassegna estiva e stagione invernale, ma di aperture al pubblico condizionate dalle misure di sicurezza.
Ci sarà tempo per gli altri titoli, sia per il repertorio che per i lavori nuovi pensati e provati prima e durante questa pandemia che cambia le priorità, che muta il quadro, il contesto, il tempo.
