Fu l’ultima opera del Palladio, ed ebbe una prima d’eccezione, oggi è il fiore all’occhiello di Vicenza: il Teatro Olimpico
Una delle meraviglie artistiche di Vicenza, è certamente il Teatro Olimpico. Una costruzione maestosa che si trova all’interno del Palazzo del Territorio, in Piazza Matteotti. Nel Rinascimento, il teatro però non era un edificio a se stante, ma si componeva di spazi temporanei allestiti all’aperto.
Fu nel 1580 che venne dato a Palladio, ormai 72enne, l’incarico di costruire il Teatro Olimpico, in modo che fosse una sede teatrale stabile. Il progetto di Palladio è molto ispirato dai teatri romani che descrive Vitruvio. Ovvero, una cavea ellittica cinta da colonnato, con tanto di statue sul fregio e un palcoscenico rettangolare.
Il Teatro Olimpico di Vicenza fu progettato da Palladio ma egli morì prima della sua realizzazione
La storia dell’Arte ha definito l’opera come “manierista”, per l’intenso chiaroscuro, che si accentua per via di una serie di espedienti ottici. Tanto per fare un esempio, il progressivo arretramento delle fronti con l’altezza, viene compensato dalle statue sporgenti.
L’avanzata età dell’architetto, però, rende il lavoro più difficoltoso. Infatti, se è vero che riuscì a terminare, di suo pugno, tutti i disegni dell’edificio, non riuscirà mai a vederlo realizzato a causa della sua dipartita. Sarà suo figlio, Silla, a terminarlo.
Come prima rappresentazione si scelse l’Edipo Re di Sofocle, e la scenografia fu memorabile
La rappresentazione che inaugurerà secoli di storia dello spettacolo, fu memorabile. Era il 1585 e si decise di mettere in scena una tragedia greca: l’Edipo Re, di Sofocle. Gli scenografi fecero un lavoro celestiale; si rappresentò in modo incantevole la città di Tebe.
Non fu un uomo qualunque a realizzarlo, però, ma nientemeno che Vincenzo Scamozzi, erede spirituale di Palladio. L’effetto ottenuto fu così preciso e coinvolgente, che si decise di rendere la scenografia permanente, facendola diventare parte integrante del teatro.
