Nella lettera, il Governatore del Veneto Luca Zaia fa riferimento a documentazione in cui si rileva la condizione diffusa di sofferenza idrica e siccità. Facendo notare come la scarsità idrica sia resa ancor più forte da dinamiche legate ad aspetti economici della produzione idroelettrica
Il Presidente della Regione del Veneto ha inviato oggi una lettera al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e al Capodipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Tramite questa richiede di valutare la dichiarazione dello “Stato di emergenza” finalizzata ad ogni opportuna azione che possa definire le modalità di gestione sovraregionale della crisi idrica. Contemporaneamente, nel documento richiede un adeguato sostegno economico. Questo al fine di assicurare l’attuazione degli interventi urgentemente necessari per garantire la pubblica incolumità, il ripristino dei danni subiti dal patrimonio sia pubblico sia privato e le normali condizioni di vita della popolazione.
Tra i bacini in maggiore difficoltà ci sono il Po e l’Adige
Nella lettera, il Governatore fa riferimento a documentazione in cui si rileva la condizione diffusa di sofferenza idrica. E sottolinea come, nel Veneto, la situazione è tale che per un riequilibrio del deficit pluviometrico accumulato fino a marzo sarebbe necessaria una precipitazione equivalente a 3 volte quella registrata nel mese successivo. Alla fine di marzo, infatti, nella nostra regione le precipitazioni sono risultate inferiori del 58% agli apporti medi del periodo. Nel mese di aprile, la precipitazione media registrata è di 23 mm. Questo a fronte di quella del periodo negli anni precedenti che è di 94 mm.
Il Presidente della Regione ha illustrato al Presidente del Consiglio anche alcuni dettagli sulla portata dei fiumi veneti. Segnalando come tra i bacini in maggiore difficoltà ci siano il Po e l’Adige. E facendo notare come la scarsità idrica è resa ancor più forte dalla circostanza che la gestione di alcuni invasi sia avvenuta sulla base di dinamiche legate prevalentemente ad aspetti economici della produzione idroelettrica che non a quelli di una gestione complessiva della risorsa idrica.

