Caduto il governo con le dimissioni del premier uscente Mario Draghi, tra i partiti è ora tempo, ristretto, per la corsa alla prossima campagna elettorale. Tra questi vi sono sicuramente quelli di centrodestra, grande favorito alle imminenti politiche che dovrebbero svolgersi a settembre.
L’adunata di Salvini
Questa mattina il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha chiamato a sè i vari governatori del partito per l’organizzazione della campagna elettorale. Nel corso della seduta sembra sia uscito innumerevoli volte il nome del presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Nonostante Zaia rappresenti da anni un antagonista per Salvini, una grossa parte del Carroccio lo invocherebbe candidato premier.
Sono veneto e penso al Veneto
Ma Luca Zaia non sembra però gradire le spinte che lo vorrebbero presidente del Consiglio. Anzi. Lui stesso, sul proprio profilo twitter, pubblica una sua intervista alla stampa mettendo in chiaro le cose. “Queste sono fantasie, ogni volta che si parla di elezioni io sono candidato a tutto quello che passa per strada. Io ho il Veneto e penso al Veneto”. Ha ribadito il presidente regionale spiegando le sue priorità. A proposito di chi invece sostiene vi sia una spaccatura interna alla Lega, tra Veneto e Lombardia, il governatore ha risposto anche qui a tono. “Non c’è una situazione in cui non si parli di spaccature, dal Vaticano in giù. E comunque non è così”.
Aspettando le elezioni
Secondo Luca Zaia, le prossime elezioni potrebbero essere “sanificatorie”. Potrebbero portare la nazione fuori da una fase di forte incertezza politica ed economica. “Consegneranno il Paese in mano a una forza che spero sia assolutamente rappresentativa e possa portare a una stabilità. Quello che dovevo dire l’ho già detto: guardiamo in faccia la realtà, fra 60 giorni avremo un nuovo parlamento con un nuovo governo”.
Sfiducia sì, ma soprattutto ai 5 Stelle
“È innegabile – continua il presidente Luca Zaia – lo standing al presidente Draghi, però è anche vero che la Lega, il mio partito, ha fatto delle proposte, nel senso che abbiamo posto la questione di non avere più i 5 Stelle perché ricordo che noi il 14 luglio, giorno della presa della Bastiglia, abbiamo votato il Decreto Aiuti con 10 miliardi per i cittadini e i 5 Stelle no. Quindi la fiducia non l’abbiamo votata”.

