Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha partecipato oggi, giovedì 19 maggio, all’inaugurazione dell’800esimo anno accademico dell’Università di Padova
L’Università di Padova compie 800 anni e ha festeggiato questa ricorrenza storica con un parterre d’eccezione. Il programma della cerimonia, nell’Aula Magna del Palazzo del Bo, ha visto l’intervento della Presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati. A cui ha fatto seguito il saluto della rettrice, Daniela Mapelli, prima donna alla guida dell’ateneo dall’estate scorsa. Sono seguite Cristina Messa, ministro dell’Istruzione e Roberta Metsola, Presidente del Parlamento europeo. Mentre ha concluso l’evento una prolusione del professor Carlo Fumian. Ospite d’eccezione il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla sua terza presenza in città.
Il discorso
«Ringrazio la magnifica rettrice dell’invito a tornare qui, in questo Ateneo, in questa straordinaria ricorrenza». – ha detto Mattarella – «Ottocento anni sono un periodo straordinario. Un ordine di grandezza che supera le abituali categorie temporali con cui ci confrontiamo di solito. Ed è una condizione che induce, quasi costringe, a rifuggire da una tentazione diffusa, quella di rinchiudersi in un eterno presente che fa ignorare l’esperienza del passato e fa trascurare le prospettive del futuro e le conseguenze dei comportamenti di oggi sul futuro. Comprendiamo tutti bene i sentimenti che la rettrice ha poc’anzi, espresso nella sua eccellente relazione. Sentimenti insieme di orgoglio e di responsabilità, di orgoglio per questa storia e di responsabilità non soltanto nel ricordarla ma nell’inverarla costantemente e attraverso le stagioni che cambiano e di fronte alle esigenze che mutano».
Le università sono alle fondamenta dell’Europa
«Questo è un compito straordinario – ha proseguito Sergio Mattarella – perché le università sono alle fondamenta dell’Europa, della sua comunanza, a partire dall’inizio del millennio precedente quando nei primi due secoli sono sorti i primi atenei che erano atenei europei, del mondo allora conosciuto e frequentato. Atenei in cui si incontravano e discutevano e dibattevano e costruivano teorie, distribuendo insegnamenti persone protagonisti docenti e studenti di ogni parte d’Europa. Questo ha creato un tessuto di cultura comune, di valori comuni che malgrado le differenze è cresciuto nel corso del tempo, resistendo anche all’epoca dei nazionalismi accesi, interpretati come contrapposizione tra gli Stati. Questo tessuto culturale comune si è sviluppato ed è quello su cui si basa oggi la convivenza europea e l’idea di integrazione del nostro continente».

