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Sergio Giordani: il sindaco dell’ultra sinistra che “caccia” i nomadi da Padova

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Dopo una cinquantina di denunce per furti, molestie e molto altro, il Sindaco di Padova Sergio Giordani – voluto dal PD ed eletto con i voti dell’ultra sinistra – usa il pugno di ferro con un gruppo di nomadi: “Non nutro alcun buonismo quando la situazione merita invece provvedimenti drastici”

Il sindaco di Padova Sergio Giordani è, politicamente parlando, una figura molto particolare. Esponente di spicco di Confindustria, prima di diventare sindaco aveva ricoperto ruoli di rilievo all’interno di enti e società private: consigliere delegato della catena di supermercati Despar, presidente del Calcio Padova, presidente di Interporto Padova S.p.A. E molto altro ancora. Un pezzo grosso a Padova. Motivo per cui una coalizione capitanata dal Partito Democratico decise di candidarlo nel 2017 alla poltrona di sindaco contro il candidato leghista Massimo Bitonci. Giordani vinse. Ma vinse al ballottaggio con l’appoggio determinante della lista Coalizione Civica per Padova, lista di Rifondazione Comunista, Sinistra italiana e ulteriori parti della galassia dell’estrema sinistra padovana. Eppure il sindaco Sergio Giordani non ha esitato a vietare lo stazionamento sul territorio cittadino ad un gruppo estremamente turbolento di nomadi. Usando toni, nel commentare il fatto, più da sindaco leghista che non da sindaco dei “movimenti”.

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“Non nutro alcun buonismo quando la situazione merita provvedimenti drastici”

La presenza dei nomadi, tutti residenti a Torino, aveva provocato una pioggia di esposti e denunce da parte dei residenti. Furti, molestie, occupazione abusiva di suolo pubblico, abbandono di rifiuti, rifiuti corporali lasciati con disinvoltura sulla pubblica via. Arrivata la cinquantesima denuncia il Sindaco Sergio Giordani, sinistra o non sinistra, non ci ha più visto e oltre a firmare l’ordinanza che vieta lo stazionamento a Padova al gruppo di nomadi, ha usato toni molto duri. “Padova è una città dei diritti e dei doveri – ha chiarito Giordani – Una città accogliente e attenta ai più fragili, ma dove chi sbaglia paga. E’ inimmaginabile, infatti, pensare che pochi individui producano una tale mole di disordine e un tale livello di prevaricazione sulle altre persone in completo spregio delle più elementari norme di convivenza serena e civile. Io sono sempre molto attento alle esigenze di tutti, senza distinzioni, ma non nutro alcun buonismo quando la situazione merita invece provvedimenti drastici”.

Frase che era addirittura arrivata ad incassare il plauso dell’estrema destra padovana. Plauso che però aveva tanto il sapore della “trollata”

Toni che è difficile sentire a sinistra. Ma a cui Giordani non è nuovo. Già nel 2017, eletto da pochi mesi, parlando di possibili nuovi arrivi di profughi a Padova aveva dichiarato alla stampa un perentorio “Qui non c’è più posto”. Frase che era addirittura arrivata ad incassare il plauso dell’estrema destra padovana. Plauso che però aveva tanto il sapore della “trollata”. Di fatto in questo caso a Padova la “tolleranza” si è presto esaurita. E si è arrivati alla tolleranza zero. Lo conferma anche l’assessore cittadino alla Sicurezza, Diego Bonavina: “Negli ultimi mesi, gli agenti della Polizia Municipale sono intervenuti più di cento volte per invitare questo gruppo di nomadi a comportarsi in maniera più educata. Ma purtroppo, come testimoniato dai numerosi esposti di chi abita nella zona, non c’è stato verso. E dunque, non possiamo assolutamente più tollerare una così palese e continua violazione di ogni regola”.

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