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Se Bologna prova a sfidare il Prosecco: «Il Pignoletto è più buono»

Prosecco vs Pignoletto. Dopo il Prosek la sfida al vino veneto per eccellenza arriva dall’Italia. Nella mostra a Palazzo isolani provano a conquistare il mercato al grido di: «Il Pignoletto è più buono»

Sembra non avere pace il Prosecco, dopo la polemica con il Prosek, entra in gioco anche Bologna con il suo Pignoletto, con una nuova sfida. In particolare dalla presentazione della Mostra assaggio 2021, in programma sabato (per i wine lovers) e lunedì (per gli operatori del settore) a Palazzo Isolani.

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In questa importantissima kermesse verranno presentati i vini bolognesi: perché «il vino dei bolognesi è il vino dei colli» come dice Francesco Cavazza Isolani, presidente del Consorzio. E viene anche lanciata la sfida aperta al re delle bollicine: il Prosecco.

Se il Pignoletto può essere migliore del prosecco: la sfida dei bolognesi

Se è vero che lo scopo della manifestazione (arrivata ormai alla 30ª edizione) è quella di «abituare il consumatore a bere vino bolognese, soprattutto bollicine». Lo sta facendo in concomitanza con Confcommercio Ascom e Bologna Welcome. Ma mentre si loda la qualità dei vini bolognesi, si arriva a parlare anche di Veneto.

«Il Prosecco è sinonimo di bollicine. Se con il nostro Pignoletto gli portiamo via una fetta di mercato possiamo regalarci grandi soddisfazioni» sono queste le parole di Cavazza Isolani; che spiazzano e fanno storcere il naso alle aziende vinicole venete. O per lo meno, fanno raccogliere il guanto di una sfida combattuta a suon di calici alzati.

Una sfida che coinvolge ristoratori, locali, e realtà cittadine

Veri e propri alleati in questa sfida sono sicuramente ristoratori e baristi cittadini, che puntano sulla ricercatezza del vino bolognese rispetto all’ormai conosciutissimo Prosecco. «L’aumento dei nostri vini nell’offerta di ristoranti e locali è spinto proprio dai turisti che chiedono il vino locale perché “il Prosecco possiamo berlo anche altrove”; ci dicono. Ma siamo ancora indietro: nelle nostre carte dei vini giusto un 30% è rappresentato da bottiglie della nostra regione e della provincia, altrove (vedi la Toscana) le percentuali sono ribaltate» continua Cavazza Isolani.

Sul perché scegliere il Pignoletto, Cavezza Isolani poi non ha dubbi: «Perché è più buono»! risponde Cavazza Isolani. «Il grechetto gentile da cui partiamo è un’uva che permette di fare anche un ottimo vino strutturato che nella versione bollicine ha molta più persistenza al palato rispetto ad altri vini».

Ma la vera differenza la fanno i colli, come spiega sempre Isolani. «La differenza è la stessa che c’è tra Valdobbiadene e Prosecco: quando si produce poca uva va male per le tasche di chi la produce ma va bene per l’uva perché le sostanze che la vigna riesce a sintetizzare su pochi grappoli sono molte di più. I vini di collina in tutto il mondo sono meglio di quelli di pianura, salvo in alcune zone pianeggianti con terreni con molto scheletro e poco fertili, ma non è il caso della pianura emiliana; in pianura si fa un vino diverso, con una sua dignità ma diverso».

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