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Muore a Verona Toby, il rinoceronte più vecchio del mondo

Il vecchio cuore di Toby, il più anziano esemplare al mondo a vivere in un parco zoologico, non ce l’ha fatta ad affrontare le soglie dell’inverno. Ospite del Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona) era un gigantesco nonno “buono” per i visitatori e per le altre specie che con lui condividevano il medesimo ambiente

Era il più anziano esemplare al mondo a vivere in un parco zoologico e la propria sottospecie, quella dei rinoceronti bianchi meridionali, è l’unica a sopravvivere ancora in natura. Il vecchio cuore del rinoceronte Toby quest’anno non ce l’ha fatta ad affrontare le soglie dell’inverno e lui, a cinquantaquattro anni, è stato accompagnato nell’ultimo viaggio nel Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona) da tutti quelli che sono potuti accorrere: i suoi keeper, il curatore generale, i medici veterinari, gli etologi e il Ceo Cesare Avesani Zaborra.

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“Salutare l’ultima ora del “gigante buono” che ha costruito con noi la storia dell’ultimo mezzo secolo, resta profondamente triste”

“Sapevamo che sarebbe accaduto prima o poi – spiega Avesani Zaborra – ma salutare l’ultima ora del “gigante buono” che ha costruito con noi la storia dell’ultimo mezzo secolo, resta profondamente triste”. Tuttavia, l’apporto di Toby alla salvaguardia della biodiversità non terminerà con la morte: dopo l’autopsia già svolta dall’Università di Padova, vivrà la sua seconda vita al Museo delle Scienze di Trento (Muse) perché possa continuare a dare un volto e una forma alle migliaia di rinoceronti che vengono massacrati ogni anno. Solo negli ultimi 10 anni infatti, sono stati 9.885 gli esemplari uccisi per prelevarne il corno e immetterlo sul mercato nero internazionale.

Il rinoceronte di Verona era un nonno acquisito – tanto grande quanto paziente – soprattutto per i piccoli ippopotami, ai quali ha sempre concesso di giocare con la sua coda e con il suo corno

A sentire la mancanza di Toby però non saranno solo gli uomini che hanno condiviso con lui tutta la vita. Saranno anche i nyala e i 14 ippopotami nati e cresciuti alla sua ombra, che condividevano con lui l’unico reparto d’Europa in cui queste specie coesistevano. Un nonno acquisito – tanto grande quanto paziente – soprattutto per i piccoli ippopotami, ai quali ha sempre concesso di giocare con la sua coda e con il suo corno. “In realtà – ricorda ancora il ceo del Parco Natura Viva – sono stati proprio loro a supportarlo in un momento difficilissimo della sua vita che lo ha portato nel 2012, già anziano, a dover affrontare la morte di Sugar, sua fedele compagna di vita”.
(fonte: ANSA).

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