La crisi economica generata da pandemia e conseguenti restrizioni mette in crisi le aziende del Nordest e le fa finire nelle braccia delle mafie, che hanno invece a disposizione liquidità illimitata. L’analisi di Antonio Parbonetti, professore di economia aziendale all’università di Padova
“Questo è un contesto favorevole per le varie organizzazioni criminali”. Non ha dubbi Antonio Parbonetti, professore di economia aziendale all’università di Padova ed esporto di economie criminali. Il professore lancia l’allarme in una video-intervista rilasciata a NordestEconomia: “E’ un contesto favorevole per le mafie perché le aziende sane, quelle vere e produttive, vivono oggi un momento di grandissima difficoltà a causa delle restrizioni. Sia per quanto riguarda la liquidità, sia per quanto riguarda la redditività. In questo momento le organizzazioni criminali e le mafie trovano uno scenario favorevole per ampliare la loro presenza e i loro affari. Per le aziende in crisi di liquidità infatti l’unica scelta possibile spesso è quella di rivolgersi ad organizzazioni criminali che sono disposte a dare finanziamenti ad usura.
Un imprenditore, seppur con tutte le sue capacità, inevitabilmente finisce per essere perdente davanti ad una dinamica violenta
Il professor Parbonetti prosegue nella sua analisi su come le restrizioni favoriscano le mafie: “Questo è proprio un meccanismo classico. Certo in questa fase le aziende dovrebbero cercare il supporto pubblico, che è stato fortemente potenziato. Ma non possiamo nascondere che ci sono aziende che non hanno accesso ad alcun supporto. O che non hanno accesso al supporto necessario alla loro sopravvivenza. Quindi si rivolgono a chi la liquidità la può dare. Entrando in un giro che in realtà porta al dissolvimento dell’azienda”.
Ma perché ci si rivolge ancora agli usurai e ai finanziamenti della criminalità? Secondo Parbonetti “questo fa parte dello spirito imprenditoriale. L’imprenditore scommette sul suo futuro e sulla capacità che ha di cavarsela. Per cui pensa di poter gestire anche un soggetto criminale. Ma in realtà non è così, perché queste organizzazioni sono in grado di fare un uso della violenza anche feroce. Quindi un imprenditore, seppur con tutte le sue capacità, inevitabilmente finisce per essere perdente davanti ad una dinamica violenta”.
Le mafie si stanno preparando e stanno preparando mezzi societari in previsione della ripartenza. Si stanno posizionando
Per il docente di economia si tratta in realtà di una non scelta: “Se non ci sono altre soluzioni, è meglio chiudere un’attività economica piuttosto di finire tra le mani di criminali ed usurai feroci nell’aggredire anche il patrimonio personale. E nel distruggere le vite. Conviene quindi chiudere, anche se si tratta dell’azienda che una persona ha tirato su con le sue mani. Meglio rinunciare al proprio sogno imprenditoriale. Va comunque ricordato che se si cade nelle mani dell’usura, c’è un fondo statale che dà supporto alle vittime dell’usura, che passa attraverso la denuncia. La vittima ha una via ordinaria, chiedendo supporto alla magistratura accedendo a questo fondo piuttosto capiente”.
“Non c’è una corretta percezione – conclude il professor Parbonetti – della capacità di usare la violenza che hanno questi soggetti. Le varie organizzazioni criminali cominciano ad essere presenti sul nostro territorio, magari in un modo silenzioso. Ad esempio le mafie aprono nuove aziende durante restrizioni e lockdown perché quell’azienda sarà un punto di osservazione privilegiato per entrare in rapporto con le future vittime. Il senso di queste operazioni è quello di preparare un veicolo in grado di aggredire l’economia sana. Le mafie si stanno preparando e stanno preparando mezzi societari in previsione della ripartenza. Si stanno posizionando”.

