A Paese in provincia di Treviso un 60enne senza alcun precedente tenta una goffa rapina ad un ufficio postale con una pistola vistosamente giocattolo. Bloccato senza particolari problemi da alcuni clienti, ha raccontato ai Carabinieri di aver compiuto il grave gesto per la grave povertà che si trova ad affrontare a causa delle restrizioni. Che lo hanno gettato sul lastrico
Agente di commercio. 60 anni. Senza alcun precedente alle spalle, ma sul lastrico a causa delle restrizioni. Tanto da tentare, dopo una vita di lavoro, una rapina ad un ufficio postale di Paese, in provincia di Treviso. La sua disperazione l’ha raccontata ai carabinieri e ai magistrati. Tutt’altro che un delinquente abituale, ha compiuto un gesto enorme, conducendolo però con la goffaggine di chi sta facendo qualcosa che non sa fare. Il magistrato, seppur inchiodandolo alle sue responsabilità e alle ovvie conseguenze penali, sino al processo lo ha lasciato in libertà: non un profilo da criminale abituale, ma un maldestro tentativo di rapina dettato dalla grave crisi economica che si trova ad affrontare anche il Veneto. Era quello che in molti temevano, e di cui ora si vedono alcune avvisaglie: il dramma economico inizia a mostrare i primi episodi di disordine sociale. Almeno in questa storia.
Tutti nell’ufficio si erano resi conto del vistoso tappo rosso presente sulla pistola, previsto dalla legge proprio per far capire quando si ha di fronte un giocattolo e non un’arma vera
Avviene tutto in pochi minuti in un ufficio postale di Paese, in provincia di Treviso, attorno a alle 12.30 di ieri, venerdì 12 marzo. L’uomo si presenta con il volto coperto soltanto dalla mascherina ed un borsone in mano, aspettando il momento opportuno. Che arriva quando una delle impiegate deve uscire dalla zona sportelli a causa di un appuntamento. Il 60enne improvvisatosi bandito balza immediatamente addosso alla donna prendendola in ostaggio. Scene di puro terrore, tanto che il direttore dell’ufficio consegna effettivamente 19mila euro all’agente di commercio. Poi però la rapina va a rotoli: tutti nell’ufficio si erano resi conto del vistoso tappo rosso presente sulla pistola, previsto dalla legge proprio per far capire quando si ha di fronte un giocattolo e non un’arma vera. La cassiera, approfittando di un momento di distrazione dell’uomo, riesce ad allertare i carabinieri. Due clienti, accortisi del bluff, gli balzano addosso immobilizzandolo, consegnandolo infine ai militari. Breve carriera da rapinatore conclusa.
L’uomo ha raccontato ai Carabinieri di trovarsi in uno stato di estrema povertà, perché le restrizioni lo hanno gettato sul lastrico
Una volta portato in caserma, l’improvvisato rapinatore ha confessato le sue ragioni: l’uomo ha raccontato ai Carabinieri di trovarsi in uno stato di estrema povertà, perché le restrizioni lo hanno gettato sul lastrico. Ovviamente la povertà non è una giustificazione per delinquere. Infatti l’uomo comparirà davanti al giudice nei prossimi giorni. Nel frattempo i militari proseguono nelle indagini. Rimane però il campanello d’allarme dell’esasperazione sociale che cresce.
