Il Quadrante Europa di Verona rappresenta nei fatti e nelle dinamiche un nodo logistico lunga la rete “nord europea” di fondamentale importanza. Che mantiene la sua leadership tra tutti gli interporti italiani
Per diversi anni, infatti, il Quadrante Europa è stato leader assoluto a livello comunitario nella classifica degli interporti redatta con cadenza quinquennale dalla Deutsche GVZ Gesellschaft (DGG), l’istituzione tedesca promotore dell’analisi. Egemonia confermata anche nel 2020, quando il Quadrante Europa ha sfiorato il primo posto nelle classifiche europee – dietro per un solo punto all’Interporto di Brema – mantenendo comunque la sua leadership tra tutti gli interporti italiani.
Questi riconoscimenti dimostrano la lungimiranza del management di Consorzio ZAI, sempre attento a cogliere i cambiamenti del panorama logistico e ad investire per lo sviluppo e il costante aggiornamento dell’infrastruttura di Verona.

I DATI DEL 2021
In primo luogo, volgendo uno sguardo all’anno appena concluso possiamo definire con certezza il 2021 come l’anno della ripresa e del recupero di traffico.
Infatti, nonostante l’emergenza pandemica – che nel corso del 2020 non ha risparmiato l’Interporto di Verona e tutto il settore industriale rappresentato dalla logistica e dal trasporto delle merci – sia ancora lontana dall’essere conclusa, il 2021 ha visto un forte rilancio dell’economia nazionale, come dimostrato dai valori del PIL in netta crescita. Questo rilancio ha trovato riscontro anche nel settore della logistica, strumento indispensabile a servizio della produzione e del commercio.
Nello specifico, presso il Quadrante Europa la ripresa si è manifestata sotto il profilo dei servizi di trasporto intermodale, valorizzando così la dotazione di infrastrutture e servizi cui è dotato l’Interporto di Verona, già dimostratesi essenziali e resilienti proprio nel contesto emergenziale. In termini assoluti, l’anno 2021 ha registrato 15.743 treni transitati attraverso i terminali ferroviari del Quadrante Europa, con un incremento del 9 % rispetto all’anno precedente, pari quindi a 1.300 convogli trattati in più.

Come evidenziato dal grafico, il 2021 ha riportato quindi il numero dei volumi di traffico vicino alla soglia dei 16.000 treni annui. Sebbene spicchi ancora la posizione record del 2017, il traffico ferroviario del Quadrante Europa si è riallineato con i valori misurati negli anni 2018 e 2019, quelli immediatamente precedente all’emergenza del Covid-19.

A questo proposito, il ritorno ai volumi e alle tendenze pre-pandemia è confermato anche dalla caratterizzazione dell’anno 2021 sulla base all’andamento mensile del traffico: la configurazione mensile ripropone infatti una sorta di andamento consolidato negli anni antecedenti al 2020, che evidenzia il picco di traffico nel mese di marzo e una leggera flessione nel mese di agosto, sebbene caratterizzata da più di mille treni in transito presso i terminali del Quadrante Europa.

Ad ulteriore prova, dal confronto del numero di UTI (Unità di Traffico Intermodale) movimentate nel 2021 con gli ultimi 6 anni si evince che proprio il 2021 possa essere considerato l’anno della ripresa economica. Infatti, il 2021 ha registrato un picco di 442.634 UTI, ovvero il risultato più alto del periodo di riferimento (2015-2021). Per confrontare questi numeri con quelli di altri porti e interporti, la tabella sopra riporta i valori di UTI e la loro conversione in TEU (Twenty-foot Equivalent Unit, che equivale alle dimensioni di un container), misura standard utilizzata a livello internazionale.
Per completezza, si riportano a lato anche i dati degli ultimi anni con i dati di UTI movimentate e TEU equivalenti suddivisi in base ai due terminali ferroviari operanti presso il Quadrante Europa: Terminal Quadrante Europa Terminali Italia e Interterminal Quadrante Servizi.

Per quanto riguarda le destinazioni ferroviarie servite dall’Interporto veronese, il 2021 conferma come il Quadrante Europa rappresenti nei fatti e nelle dinamiche un nodo logistico lunga la rete “nord europea”. Come da mappa sottostante, infatti, le aree industriali servite da Verona raccolgono infatti tutti i più importanti porti del cosiddetto “Northern Range” (Rotterdam, Anversa, Lubecca, Kiel e Rostock), i porti interni (Brema ed Amburgo), e la grande totalità delle aree produttive tedesche (tra cui, per citarne solo alcune, Monaco di Baviera, Colonia, Norimberga, Lipsia, Ludwigshafen e Hannover). Conseguentemente, non sorprenderà che – anche per l’anno conclusosi – si conferma come oltre il 75% del traffico ferroviario con origine e destinazione da Verona Quadrante Europa transiti dal valico del Brennero.
Per quanto riguarda invece le relazioni settimanali, il 2021 registra un incremento di 9 connessioni ferroviari in più rispetto all’anno precedente, per un totale di 209 relazioni a settimana. Nello specifico, si tratta di 4 potenziamenti (uno a testa su Ostrava, Ludwigshafen, Nola e Bari) e di 5 nuove connessioni con Pomezia.

In sintesi, l’anno appena concluso ha quindi evidenziato ancora una volta la valenza strategica dell’Interporto di Verona quale hub intermodale di riferimento per una vastissima area distribuita lungo il corridoio europeo TEN-T Scandinavo – Mediterraneo.
IL TRAFFICO COMBINATO – CORE BUSINESS DEL QUADRANTE EUROPA
Focalizzando ora l’analisi sui dati disaggregati del traffico ferroviario sviluppato al Quadrante Europa, appare evidente come l’anno appena concluso sia stato chiaramente l’anno del traffico ferroviario delle merci sotto il profilo del trasporto combinato.
Infatti, il 2021 mostra valori di record assoluto – in 30 anni di attività – di convogli del combinato trattati nei terminali intermodali del Quadrante Europa, ovvero di convogli ferroviari che trasportano unità di carico intermodali, ossia semirimorchi, casse mobili, cisterne e container.

L’evidenza è chiarissima: l’anno 2021 stabilisce il record storico del traffico del combinato – il core business dell’intermodalità ferroviaria europea – raggiungendo le 7.129 coppie treno annue con un incremento pari a 628 coppie.
Al tempo stesso, si confermano su numeri di minimo storico il settore del traffico automotive e del cosiddetto convenzionale. Da notare, tuttavia, che le performance di entrambi questi settori risultano penalizzate non tanto per le conseguenze negative legate all’emergenza sanitaria, quanto più per effetti di mercato e di cicli economici già in essere prima del 2020.
Ne consegue, quindi, che quasi la totalità (nello specifico, il 97 %) del recupero di traffico misurato nell’anno 2021 si attesta nel settore del combinato.
IL QUADRANTE EUROPA – UN INTERPORTO GREEN
A conclusione dell’analisi relativa all’anno appena concluso, è necessario sottolineare i risvolti sul piano ambientale delle operazioni intermodali presso il Quadrante Europa.
Come è noto, infatti, la mobilità delle merci è causa di differenti tipologie di costi che ricadono sulla collettività nel suo complesso, i cosiddetti “costi esterni marginali”. Questi costi, detti anche “costi sociali”, sono prodotti dall’esercizio e dall’uso dei sistemi di trasporto e ricadono anche su chi non utilizza il sistema di trasporto stesso. Tra le “esternalità” prodotte dal sistema di trasporto rientrano i costi esterni per incidenti, i costi per inquinamento acustico, i costi da congestione, e i costi per inquinamento atmosferico e di cambiamento climatico. Naturalmente, a diverse tipologie di trasporto (stradale, ferroviario, marittimo, aereo o fluviale) corrisponde una diversa quantificazione di costi esterni prodotti.
Proprio per questo motivo, calando l’analisi nell’ambito del Quadrante Europa è possibile calcolare in termini economici i costi risparmiati nel corso dell’ultimo anno tramite l’utilizzo dell’intermodalità, che permette di spostare le merci dalla strada alla ferrovia, modalità di trasporto nettamente più sostenibile rispetto al trasporto su gomma.
A questo proposito, se utilizziamo i dati di traffico 2021 e ipotizziamo che la tratta media coperta dai convogli che arrivano e partono da Verona Quadrante Europa sia pari a 920 km circa, è possibile completare e valutare l’incidenza dei costi analizzati.

In questo caso, lo studio evidenzia come i servizi di trasporto intermodale del Quadrante Europa abbia prodotto nel 2021 un risparmio di costi esterni per la collettività pari a 155 Milioni di euro. L’analisi, quindi, conferma ancora una volta come l’opzione ferroviaria sia senza dubbio la modalità di trasporto più ecologica.
Per completezza, si riporta la tabella con i dati storici dell’ultimo decennio, che evidenzia un risparmio complessivo in termini di costi sociali pari a circa 1,3 Miliardi di euro.

IL QUADRANTE EUROPA – LA PROSPETTIVA FUTURA
Infine, concludiamo con uno sguardo alla prospettiva futura del Quadrante Europa.
In questo senso, si delinea per i prossimi anni il profilo di un interporto impegnato ad aumentare la propria capacità infrastrutturale, per offrire un’adeguata risposta alla crescente domanda di trasporto combinato ferroviario, destinata ad aumentare con il completamento e l’entrata in esercizio della Galleria di Base del Brennero (ad oggi prevista per il 2032), nonché con lo sviluppo dell’alta velocità ed alta capacità verso Est.
Nell’ottica quindi del potenziamento delle infrastrutture del Quadrante Europa, il principale intervento consiste nella realizzazione del nuovo Quarto Modulo, attrezzato con cinque binari lunghi 750 metri – standard europeo di lunghezza dei treni merci – oltre a gru a portale e apposite aree di stoccaggio. Il potenziamento del Quadrante Europa prevede anche il collegamento diretto con la Direttrice del Brennero e con la linea ferroviaria per Bologna. Obiettivo finale è promuovere l’integrazione fra la rete ferroviaria, gli interporti e i porti, condizione necessaria per ottenere la massima sinergia nella logistica del trasporto delle merci in un’ottica di sostenibilità e in linea con gli obiettivi stabiliti dall’Unione Europea: trasferire il 30% del trasporto merci oltre i 300 km su ferro entro il 2030 e il 50% entro il 2050.
Non a caso, lo sviluppo della progettazione degli interventi – considerata la loro importanza strategica – è cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del progetto “Veneto Intermodal”, iniziativa progettuale presentata da un consorzio guidato da Consorzio ZAI Interporto Quadrante Europa, con i partner Rete Ferroviaria Italiana (RFI), Regione Veneto e Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale.
In sintesi, questi interventi consentiranno di aumentare la capacità complessiva del terminal intermodale di Verona Quadrante Europa, con l’ambizioso obiettivo di accogliere l’incremento dei volumi di merce e di UTI che si attende a seguito dell’apertura del Tunnel di Base del Brennero. È quindi legittimo fin da ora attendersi che il Quadrante Europa sarà in futuro in grado di convogliare su di sé l’aumento di traffico previsto, con conseguenti benefici in termini di opportunità di investimenti e di sviluppo, di cui potrà beneficiarne – in ultima analisi – la collettività di Verona e delle zone limitrofe.

