Il legame tra il grande poeta Ezra Pound e il capoluogo veneto ha radici profonde e perdura anche nel cinquantunesimo anno della sua morte. La sua tomba rimane a vegliare sulla laguna di Venezia, eterno monumento ad un uomo eccezionale.
Ricorre proprio oggi il cinquantunesimo anno dalla morte di Ezra Pound. Nato ad Hailey negli USA, la vita di Pound fu sempre legata ai destini novecenteschi dell’Europa e dell’Italia in particolar modo. Poco più che ventenne, il nostro lasciò infatti l’America per raggiungere prima Gibilterra e poi Venezia. Proprio qui pubblicò il suo primo libro di poesie, “A lume spento”, che denotava già un forte amore per la poesia dantesca. Proprio a Venezia si trova ancora oggi la tomba di Pound. Dopo diversi anni trascorsi a Londra e poi a Parigi, nel 1925 il poeta tornò nella sua amata Italia e in particolare a Rapallo, dove abitò fino alla fine della seconda guerra mondiale.
L’adesione convinta alla missione dell’Italia fascista portò il poeta alla prigionia al termine della guerra.
Fermamente anticapitalista, critico feroce dell’Usura e al contempo anticomunista, Ezra Pound si avvicinò al Fascismo fin dal suo ritorno in Italia. La sua caratura letteraria, già ben nota al tempo, fu messa dunque al servizio della “Terza Via” con opere a sostegno dell’ideologia fondata da Benito Mussolini. La poetica di Pound diventò un tutt’uno con la politica, con la missione sacra di rendere nuovamente grande l’Italia e l’Europa tramite il fascismo, senza risparmiare aspre critiche ai modelli finanziari e governativi delle grandi democrazie plutocratiche come Francia, Inghilterra e Stati Uniti.
Durante la guerra, con l’armistizio dell’8 Settembre del 1943 e la conseguente fondazione della fascista Repubblica Sociale Italiana, Ezra Pound aderì al nuovo stato repubblicano. La scelta definitiva di campo gli portò aspre critiche negli ambienti intellettuali americani. La sconfitta in guerra lo portò alla cattura da parte dei partigiani e alla prigionia in un campo di concentramento americano. Qui dovette trascorrere anche svariati giorni in una gabbia di ferro, esposto al ludibrio dei soldati vincitori e alle intemperie. Forse per evitargli la pena capitale per tradimento, forse per umiliarlo definitivamente, Pound fu poi rinchiuso in un manicomio di Washington.
Dopo la lunga prigionia Pound tornò finalmente nella Venezia che tanto tempo prima lo aveva accolto.
Nel 1958, dopo gli interventi di diversi grandi letterati ed amici tra cui Hemingway per la sua liberazione, Pound venne finalmente lasciato libero di tornare in Italia. Appena sceso dall’aereo, venne immortalato in una celebre fotografia con il sorriso sul volto ed il braccio disteso in uno sprezzante saluto romano. Un segno palese della sua ancora vivida adesione al Fascismo, nonostante la sconfitta.
In Italia abitò in diverse località, tra cui Roma, la sua Rapallo e ovviamente l’amata Venezia dove lavorò alla fine dei suoi Cantos e si spense il primo Novembre del 1972. Proprio a Venezia è ancora possibile visitare la tomba di Ezra Pound al Cimitero di San Michele. Il suo nome inciso, in caratteri latini, rappresenta ancora ad oggi il monumento ad uno dei più grandi poeti e uomini del secolo scorso.
