In un paesino alle pendici del Grappa vive ancora il sogno dello scultore neoclassico per eccellenza: Antonio Canova. Si tratta di Possagno, patria natale dell’artista
Quanti di noi sono rimasti affascinati dalla statua di Amore e Psiche al Louvre? O davanti a un qualunque altro marmo del Canova? Uno così vivo da sembrare che possa prendere vita da un momento all’altro? Ebbene, Alessandro Canova è nato e vissuto in un paesino, Possagno, che oggi vive del suo ricordo imperituro.
Ci troviamo ai piedi del Monte Grappa, in quell’immensa distesa verdeggiante, poco distante da un altro gioiello della regione, Bassano del Grappa. Attorno a noi si trovano diversi paesi e Possagno sembra uno come tanti. Eppure, qui si respira un’aria particolare, qui tutto parla del suo cittadino più celebre: Antonio Canova. Ecco perché il paese è dominato da un enorme edificio neoclassico, che sembra giunto dal passato.
La chiesa arcipretale della Santissima Trinità di Possagno, che viene comunemente definita Tempio Canosiano è la migliore rappresentazione del pensiero dell’artista
A vederlo sembra davvero uno di quei templi giunti a noi direttamente da Roma o dalla Grecia antica, metà tra il Partenone e il Pantheon. In realtà è stata costruita all’inizio dell’Ottocento, ed è una chiesa, consacrata nel 1832. Il Tempio Canoviano rappresenta l’apoteosi del neoclassicismo di Canova, tanto da custodire le ceneri del maestro.
In esso, Antonio Canova ha volutamente inserito tre elementi differenti, ma fondendoli in armonia, a simboleggiare le tre grandi civiltà che influenzano l’arte e la cultura europea: quella greca, quella romana e quella cristiana. Infatti, la facciata del tempio riprende quella del Partenone di Atene, la cupola con l’oculos è un omaggio al pantheon di Roma, mentre il fatto che sia una chiesa in primis e anche l’abside e l’altare maggiore sono espressioni dell’arte sacra cristiana.
Non solo il Tempio, a Possagno troviamo anche la Gypsotheca di Canova, un luogo incantato dove si possono ammirare tutte le sue opere
La Gypsotheca altro non è che la casa natale di Antonio Canova, che oggi ospita un museo.Raccoglie un innumerevole quantità di gessi e prove d’autore di tutte le maggiori opere che impreziosiscono i musei di tutto il mondo. Fu costruita dal fratello di Antonio Canova, Giovanni Battista Sartori, che fece trasferire i migliori bozzetti e gessi da Roma, dove lavorava, fino alla casa natale, per riunirli in un unico luogo significativo.
Infatti, Canova nacque proprio a Possagno nel 1757, nella casa della Gypsotheca. In quella stessa casa visse, insieme ai nonni per tutta l’infanzia e l’adolescenza. Infatti, il giovane Canova era rimasto presto orfano di padre. La madre, invece, si era risposata e trasferita a Crespano, lasciando il figlio alle cure dei nonni paterni. Non solo, fu qui che egli si ritirò nell’ultima fase della sua vita, dopo aver donato al mondo intero capolavori inestimabili.
Insomma, stanze della Gypsotheca così come per le strade di Possagno, si può respirare l’atmosfera che permeava la vita di Antonio Canova.
Elisa Filomena Croce
