Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine mostra l’efficacia dell’utilizzo del plasma iperimmune per combattere il Covid. Alla banca del plasma di Padova, oggi sono disponibili 162 sacche da 200 ml di vari gruppi sanguigni
Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine rispetto all’efficacia dell’utilizzo del plasma iperimmune per combattere il Covid rende giustizia allo scetticismo con cui almeno una parte della comunità scientifica accolse l’idea del dottor Giuseppe De Donno di utilizzarlo come terapia. Lo stesso scetticismo che accolse la volontà di realizzare in Veneto una banca del plasma.
Zaia: “Come se sperimentare nuove cure fosse una colpa”
Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, esprime la sua soddisfazione rispetto a quanto pubblicato dalla prestigiosa rivista medica sullo studio coordinato dalla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora. Che dimostra come il plasma iperimmune, somministrato entro 5 giorni dalla comparsa dei sintomi del Covid, sia capace di dimezzare il rischio di ricovero.
“Lo studio in questione è stato realizzato su non vaccinati. Gli effetti positivi non si possono trasferire sui vaccinati, che oggi in Veneto sono la stragrande maggioranza” – aggiunge Zaia. “Ma possiamo dire che questo studio conferma l’intuizione che noi abbiamo avuto nel 2020 quando non c’erano i vaccini ed abbiamo trattato centinaia di pazienti covid anche gravi, alla comparsa dei sintomi. Riuscimmo così a fare un argine alla malattia prima che arrivassero i monoclonali in infusione e in pastiglie. Impresa riuscita nonostante non poche difficoltà, come se sperimentare nuove cure in un momento in cui la gente riempiva gli ospedali e moriva a frotte fosse una colpa”. Alla banca del plasma di Padova, oggi sono disponibili 162 sacche da 200 ml di vari gruppi sanguigni.

