In Veneto è già pronto e operativo il Piano Regionale di Interventi Urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana.
Pronto anche il piano di intervento sul depopolamento della specie cinghiale allo stato selvatico, al fine di salvaguardare la sanità animale e per tutelare il patrimonio suinicolo regionale e nazionale. A diffondere la notizia sul piano emergenza veneto per la peste suina è l’agenzia di stampa Italpress.
Il dettagliato documento è stato approvato dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessorato alla sanità, e l’assessorato alla caccia. Sarà pubblicato il 21 giugno sul Bollettino Ufficiale della Regione Veneto.
La malattia non colpisce l’uomo e al momento il Veneto non è interessato dalla presenza della malattia sul proprio territorio
La precisazione giunge direttamente dall’Assessore alla Sanità. “La Regione Veneto ha risposto con tempestività alla legge nazionale 29 del 7 aprile 2022 che, dettando misure urgenti per arrestare la diffusione della peste suina africana, ha anche disposto che le Regioni approntino propri Piani regionali, con il duplice scopo di ridurre il rischio di introduzione del virus e di migliorare la gestione del cinghiale nel territorio di competenza”.
“Speriamo non accada mai – evidenzia l’Assessore – ma, dovesse succedere, siamo già attivi con le misure di prevenzione e abbiamo determinato con precisione le azioni d’intervento”.
Misure urgenti per cacciare la peste suina africana
Sui rischi della peste suina interviene poi l’Assessore alla Caccia. “Lo scenario del Piano non poteva certo trascurare l’eccessivo numero di cinghiali in circolazione in molte aree del territorio. Per questo un intero allegato è dedicato alle tecniche di prelievo a scopo di controllo della specie allo stato selvatico con tanto di indicazione di 5 tecniche utilizzabili per il prelievo”.
Tra queste tecniche troviamo: La cattura con recinti denominati “chiusini” e l’abbattimento diretto all’aspetto da appostamento.
Il prelievo a scopo di controllo tramite abbattimento in modalità individuale, da appostamento e in forma vagante con arma da fuoco.
Il prelievo con l’utilizzo dell’arco; prelievo a scopo di controllo tramite abbattimento in modalità collettiva con la tecnica della girata con arma.
Dispiace ma sono troppi
L’assessore aggiunge anche che, “per certi versi dispiace, ma il loro numero è diventato un oggettivo pericolo di diffusione incontrollata della malattia“.
Il provvedimento approvato dalla Giunta ha validità cinque anni, e si compone di tre diversi allegati. Il piano A contiene obiettivi ed azioni per suino e cinghiali d’allevamento e per le popolazioni di cinghiali a vita libera. Il piano B le analisi preliminare del rischio. Il piano C i soggetti autorizzati e metodi di cattura e abbattimento.
Nel mirino maiali e cinghiali
Il Piano regionale comprende sia i suini in allevamento, oltre 943.000 capi, sia quelli allo stato semibrado, 4.300 capi, sia i cinghiali allo stato libero.
Gli obiettivi del piano sono la gestione e il controllo dei cinghiali, per diminuire il rischio di introduzione della PSA, e predisporre la regione ad affrontare l’emergenza nel caso si verifichino casi.
Il piano di intervento per l’emergenza della peste suina si attua per azioni gestionali, di monitoraggio e di raccolta dati.
Sono previste attività di formazione e divulgazione. Sorveglianza di allevamenti e animali allo stato libero. Analisi degli animali trovati morti. Controllo numerico dei cinghiali allo stato libero attraverso una riduzione importante della loro numerosità.
Andrea Pesavento

