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Politici veneti disertano il discorso di Zelensky al parlamento, contrari alla guerra

Il presidente ucraino Zelensky ha tenuto un discorso al parlamento italiano per chiedere armi e aiuti nella guerra contro la Russia, ma non tutti i politici erano d’accordo

Il discorso di Zelensky al parlamento italiano ha diviso i politici di molti schieramenti. Per quanto riguarda il Veneto si può contare un drappello di parlamentari che hanno una posizione decisamente contraria a quella del presidente ucraino, indipendentemente dallo schieramento di appartenenza.

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È il caso di Vito Comencini, leghista e da sempre filo-russo, che rivendica la sua posizione coerente. «Non ho partecipato, coerentemente, perché credo che questa non sia la strada giusta per portare davvero a quella soluzione diplomatica e pacifica che tutti auspichiamo. Inoltre sarebbe stato da parte mia irrispettoso verso la popolazione del Donbass, che ho sempre sostenuto e che in questi ultimi otto anni ha subito una enorme tragedia, ancora oggi quasi completamente ignorata dai media occidentali».

La posizione coerente di Comencini che ha disertato il discorso di Zelensky: «Sto con il Dombass, non potevo certo esserci»

Una posizione che, condivisibile o meno, porta alla luce degli eventi spesso taciuti dai media e sconosciuti ai più. Questo non significa che Comencini sia a favore della guerra, anzi! Le parole finali della sua arringa lo spiegano benissimo. «Ritengo sia necessario privilegiare in modo netto la via diplomatica, per arrivare quanto prima al cessate il fuoco e alla pace».

Anche il sindaco di Trissino, nel vicentino, sempre della Lega, Davide Faccio, si schiera contro il discorso del presidente ucraino Zelensky. Che sui social scrive; «Premetto che non sono a favore di Putin, soprattutto delle azioni di guerra criminali che sta facendo….non sono però neanche d’accordo con l’ovazione fatta in parlamento italiano oggi quando ha parlato Zelensky….uno che chiede armi e dice che siamo ormai nella terza guerra mondiale non può avere il mio sostegno. Questi sono pazzi».

Non solo leghisti a opporsi al presidente ucraino, anche Alternativa, ex movimento 5 stelle

Ma non sono solo i leghisti a opporsi all’invio di armi in Ucraina. Ci sono anche alcuni veneti di Alternativa (erede del Movimento 5 stelle). Parliamo di Arianna Spessotto, Alvise Maniero e Raphael Raduzzi. Citando la Costituzione in cui è chiaramente specificato che «l’Italia ripudia la guerra» hanno disertato l’aula e stanno organizzando una manifestazione.

«Ho ascoltato il discorso di Zelensky. Se possibile, sono ancora più convinto che all’Ucraina dovevamo e dobbiamo un vero supporto per garantire pace, e non certo quanto sta succedendo tra Est ed Ovest primariamente a spese di questo popolo. Basta all’ipocrisia di chi invoca la pace inviando armi» sostiene Maniero.

Si sta organizzando una manifestazione per protestare contro gli aiuti, con lo slogan ripreso dalla Costituzione. «L’Italia ripudia la guerra».

Spessotto, invece, aggiunge: «Riteniamo si tratti di una forzatura che non cambia di una virgola lo stato delle cose. Si tratta solo e soltanto un’operazione di marketing che non servirà a far cessare le ostilità e non avrà alcuna utilità per la parte offesa. È inaccettabile che, invece di adoperarsi per realizzare una grande conferenza di pace, l’Italia invii armi in teatro di guerra e dia seguito alla spettacolarizzazione di una tragedia». 

E su Roberto Fico: «Dovrebbe mantenere un ruolo super partes non organizzare eventi mediatici che avviliscono ancora una volta il parlamento, relegandolo a mero spettatore di un comizio tra il presidente Zelensky e Draghi senza possibilità di interazione alcuna». 

Mentre le parole di Silvia Benedetti, sono state: «La mia componente ha scelto di esserci. Abbiamo notato una differenza nelle richieste di Zelensky che non ha citato la no fly zone. Ci ha stupito Draghi entusiasta nello spedire più armi. Quelle che abbiamo spedito in Afghanistan sono poi finite in mano ai talebani… non credo sia sensato correre un rischio del genere».

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