Sara Scolaro, la moglie di Walter Onichini, il macellaio padovano in carcere dal 13 settembre per aver ferito un ladro albanese, Elson Ndreca, ha presentato richiesta di grazia al Presidente Mattarella
Lo stesso presidente della Regione Veneto Luca Zaia, si era rivolto al presidente della Repubblica Mattarella con un appello alla grazia che aveva riscosso molto clamore: «Mi rivolgo al capo dello Stato e chiedo che gli venga concessa la grazia». Per lui si era esposto anche Matteo Salvini, che invece se l’era presa con i magistrati: «Qualche giudice dovrebbe studiarsi la legge sulla legittima difesa che abbiamo fatto approvare». Ora invece è direttamente Sara Scolaro, la moglie di Walter Onichini, il macellaio padovano in carcere dal 13 settembre per aver ferito un ladro albanese, Elson Ndreca, a presentare insieme all’avvocato Ernesto De Toni al richiesta di grazia al Presidente Mattarella nel giorno in cui il malvivente colpito avrebbe dovuto comparire davanti al gup di Padova per falsa testimonianza per non aver fatto il nome dei complici. Ma l’uomo è fuggito da tempo dall’Italia proprio per sottrarsi ad ogni provvedimento giudiziario.
Secondo i giudici Onichini avrebbe sparato per uccidere
Ed eccoci quindi al paradosso che l’aggredito si trova in carcere, mentre l’aggressore è riparato all’estero. Tutto risale al 22 luglio 2013 quando Onichini, dopo aver sentito dei rumori dal giardino di casa sua sparò ai ladri che stavano rubando la sua auto, ferendone uno alla milza. Onichini aveva caricato il malvivente in macchina per portarlo all’ospedale, per poi scaricarlo lungo la strada. Ma secondo i giudici queste sarebbero falsità e Onichini avrebbe sparato per uccidere. Secondo i magistrati, Walter Onichini: «Voleva fermare chi gli stava rubando l’auto. E per fermare il ladro lo aveva colpito con più colpi in zone vitali, dunque volendo o la morte della vittima o il grave ferimento»
Walter Onichini nei mesi scorsi è stato trasferito dal carcere di Venezia a quello di Padova, per motivi di sicurezza
Walter Onichini nei mesi scorsi è stato trasferito dal carcere di Venezia a quello di Padova, per motivi di sicurezza. Sembra, infatti, che il commerciante padovano sia stato minacciato nella sua cella. Questo, per lo meno, lo avvicinerebbe alla famiglia che abita a Legnago.
È ormai dal 13 settembre che è detenuto nel penitenziario di Santa Maria Maggiore a Venezia. Dal 29 ottobre, invece, è al Due Palazzi, successivamente al ricorso presentato dal suo legale, Ernesto De Toni, in cui venivano sottolineate le violenze e le minacce subite nel carcere veneziano. Ora la richiesta di grazia della moglie di Onichini.
