Un pezzo di storia incastonato nella provincia veronese
Sin dalla sua inaugurazione nel 1810, la provincia veronese ospita l’unico obelisco napoleonico esistente in Italia. Sulla riva destra del fiume Alpone, alla testa del ponte di Arcole e all’inizio della strada che scende verso la valle Zerpana, possiamo ammirare questo monumento ancora esistente in Italia. Commissionato nel 1806 da parte di Napoleone stesso al figlio adottivo e vicerè d’Italia Eugenio di Beuharnais, l’obelisco celebra la vittoria delle truppe francesi su quelle austriache nella battaglia del ponte di Arcole, combattuta tra il 15 e il 17 novembre 1796.
Il monumento, composto da blocchi di marmo rosso di Verona è stato disegnato e progettato dal capitano Gaspare Galliari, recatosi ad Arcole personalmente per selezionare la migliore posizione. Alto circa 11,5 metri, l’opera presenta sul piedistallo due bassorilievi scolpiti dallo scultore veronese Gaetano Muttoni che raffigurano dei trofei di guerra. L’obelisco termina con un globo su cui posa l’aquila imperiale, originariamente in pietra e poi distrutta dagli austriaci e rimpiazzata da una riproduzione in bronzo.
Un obelisco napoleonico ma tutto Italiano, dal materiale all’intervento di Cattaneo
Posta la prima pietra nel 1808 viene inaugurato con una solenne cerimonia meno di due anni più tardi, il 1 novembre 1810. Le iscrizioni dell’obelisco, inizialmente commissionate al grande poeta Ugo Foscolo per la sua fama di grande poeta oltre che per il suo passato nell’esercito napoleonico, vengono in seguito affidate al professor Callimero Cattaneo. La dedica del monumento a Napoleone nomina l’Italia che ricordando il suo glorioso passato risorge come Nazione tramite l’Imperatore.
Distrutte le iscrizioni originali dagli austriaci nel 1813, assieme alla corona di bronzo, all’aquila imperiale e alla lettera “N” sempre in bronzo, nel corso della sua storia è stato restaurato più volte: nel 1891, 1899 e nel 1976. Proprio nell’ultimo caso è stata posta sulla cima l’aquila imperiale in bronzo, in sostituzione di quella tolta. Quest’ultima ancora oggi pare vigilare fiera sull’obelisco, custodendone la ricca storia.
