Il Museo del Louvre mette on line tutta la propria collezione: fra gli artisti veneti Tiziano è un crocevia
L’elica di marmo del Canova è il fulcro bianco intorno al quale girano i colori dei quadri di pittori dall’accento veneto. I primi che abbiamo citato, in un gioco delle coppie, sono Giovanni Bellini e Andrea Mantegna. La seconda coppia riguarda Giorgione da Castelveneto e Tiziano Vecellio da Pieve di Cadore, due autori per una tela contesa. Tiziano si ritrova coinvolto anche come crocevia, come riferimento necessario per parlare di tre generazioni di artisti.
La rivoluzione del colore, che vede in lui l’esponente di spicco nella Serenissima, segna un prima e un dopo Tiziano; lui, che si allontana dal dualismo con Giorgione, e in un continuo rinnovamento ritorna al futuro. Nella storia che raccontiamo, dopo di lui Tintoretto; ma l’onda lunga della marea di Tiziano arriverà in realtà ben oltre, scavalcando i secoli e bagnando le caviglie agli impressionisti.
Tiziano o Giorgione? Il mistero del Concerto campestre
Mentre Tiziano è sicuramente presente nelle scuderie degli artisti del Louvre, su Giorgione permangono i dubbi di una tela contesa. Il pittore di Cadore può rivendicare infatti vari dipinti, mentre la presenza di Giorgione è legata al solo Concerto campestre. Un’opera prima attribuita a lui e poi a Tiziano. Permane quindi il mistero su di un percorso artistico che, dai tempi del Vasari, crea dibattito sul rapporto fra i due: se quello fra alunno e maestro, o fra pari.
Indubbie sono le influenze tra i due, il percorso affiancato e poi le distanze. Fra le altre opere di Tiziano c’è proprio un ritratto che si allontana dalla impostazione di Giorgione: L’uomo col Guanto. La figura non è tagliata a mezzo busto e viene meno la distanza: non ci sono parapetti o altre strutture a dividere lo spettatore dal soggetto. La tela fu venduta dal banchiere Jaback nel 1671 a Luigi XIV. Nel 1792 da Versailles fu trasferita al Louvre.
Carpaccio, Lotto, Tintoretto: prima, durante e dopo Tiziano
E’ possibile accomunare tre pittori di generazioni e stili diversi attraverso un quarto? Se parliamo di Tiziano sì. La sovrapposizione di Vittore Carpaccio (1465-1520), Lorenzo Lotto (1480-1557) e Jacopo Robusti detto Tintoretto (1518-1594) lascia trasparire il volto del Vecellio (1490-1576).
Carpaccio non era un pittore inventore, era un pittore poeta. La sua Venezia rubata allo scorrere del tempo ed elevata a narrazione, sembrerà comunque vecchia dopo la rivoluzione di Tiziano, buona per la gente di provincia. Lotto dovrà portare il suo Rinascimento fuori da Venezia, dove domina il contemporaneo Tiziano. Tintoretto ne è invece l’allievo più brillante, e quello che lo subisce meno potendo trovare la propria strada sotto il passo della propria indole.
Nel Louvre virtuale si può ammirare un’opera di Carpaccio che, seppure di proprietà del museo parigino, fisicamente dimora al Musée du Petit-Palais di Avignone. Si tratta della più riuscita Sacra Conversazione del pittore: le scene si svolgono su più piani – e più tempi – davanti, dietro e sopra un arco naturale che incornicia la tela. Lotto fa penitenza insieme al suo San Girolamo di ispirazione danubiana. Tintoretto invece ci guarda anziano nel suo autoritratto: si tratta dell’ultima istantanea prima della morte.
