Il commissario straordinario per il Mose, Elisabetta Spitz, ha smentito lo stato di corrosione dell’opera. E ha illustrato stamani a Venezia i risultati del lavoro svolto dall’istituto francese della Corrosione
“Ispezioni e video-ispezioni fatte da esperti non hanno rinvenuto corrosioni su barriere e cerniere”. Lo ha detto stamani a Venezia il commissario straordinario per il Mose, Elisabetta Spitz, illustrando i risultati del lavoro svolto dall’istituto francese della Corrosione, diretto da Nicolas Larché.
Diversa la situazione dei tensionatori, gli steli per irrigidire la paratoia quando è in funzione. “Su quelli – ha aggiunto Spitz – in particolare a Treporti sono stati individuati elementi corrosivi a partire dal 2016, quando sono iniziate le indagini puntuali. I rimedi messi in atto, come ad esempio l’immersione nel grasso e il condizionamento delle gallerie, hanno portato ai risultati che ci si doveva aspettare”.
Smentita così la relazione dei due ingegneri metallurgici esperti in corrosione
Ilaria Bramezza, capo dipartimento per le opere pubbliche del Mims, ha aggiunto che “dopo anni di allarmi e polemiche, c’è la conferma che il Mose funziona. E gode di ottima salute. Questo lo abbiamo visto negli ultimi 33 sollevamenti e a seguito delle ispezioni effettuate”.
Smentita così la relazione dei due ingegneri metallurgici esperti in corrosione, consulenti del ministero delle Infrastrutture, che nel 20212 si erano dimessi dal loro incarico. Susanna Ramundo, ingegnere corrosionista, consulente dell’Unione europea, e Gian Mario Paolucci, professore padovano tra i massimi esperti italiani in materia avevano scritto una durissima lettera di denuncia. Con la quale spiegavano le loro ragioni: “La corrosione avanza e non si fa nulla. Ce ne andiamo”.

