Il Consorzio Venezia Nuova presenta i conti del Mose per l’inverno appena trascorso: 300mila euro ad alzata, per un totale di oltre 15 milioni di euro da ottobre a febbraio. E adesso il Ministero delle Infrastrutture ci vuole vedere chiaro
Ammonta a 15 milioni di euro il costo del Mose per l’inverno 2020 – 2021. Quasi 300mila euro ad alzata. Tanto che il Provveditore alle opere pubbliche del Triveneto Cinzia Zincone ha bloccato tutti i pagamenti, perché ci vuole vedere chiaro. Lo rivela il Corriere del Veneto, che ha fatto anche i conti della serva. “Stiamo ancora esaminando la documentazione. Ma secondo me i costi sono troppo alti – spiega Cinzia Zincone – Devo parlare con rispetto di una operazione che, non dimentichiamo, ha salvaguardato Venezia dai danni delle acque alte. Ma ci sono cifre che ci sono sembrate eccessive e stiamo ragionando su quali riconoscere”. Perché se è vero che il Mose funziona, mettendo al riparo Venezia dai disastri provocati dall’acqua alta, il problema sono i costi spropositati che esige l’opera per il suo funzionamento.
A scorrere la lista dei costi degli ultimi nove mesi, alcune delle voci che vanno a comporre il totale di 15 milioni di euro lasciano però un po’ perplessi
Inizialmente le stime avevano previsto un costo di 150mila per ogni azionamento del Mose. Il commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova Massimo Miani ne calcola invece quasi il doppio. A scorrere la lista dei costi degli ultimi nove mesi, alcune delle voci che vanno a comporre il totale di 15 milioni di euro lasciano però un po’ perplessi. Il Consorzio mette in conto 7 milioni per le 19 alzate effettivamente avvenute tra ottobre e febbraio. Ma anche per altre 5 “ipotetiche” alzate sino a giugno. E già questo è quasi un milione e mezzo di euro conteggiato “sulla fiducia”. Ci sono i 500mila euro per i container necessari al pernottamento dei cento addetti ai sollevamenti. E poi ci sono 6 milioni di euro conteggiati per dei generici costi “una tantum”.
Peccato che al momento ad esempio gli ingegneri coinvolti abbiano percepito un forfait di 900 euro
Lo stesso Ministero delle Infrastrutture vuole adesso vederci chiaro su questi costi. In particolare sulle cifre che riguardano i pagamenti del centinaio di addetti che per quasi tre mesi sono dovute rimanere in stato di costante allerta alle bocche di porto. Il Consorzio presenta infatti un computo di 92 euro l’ora per il personale specializzato e 37 euro per gli addetti semplici. Peccato che al momento ad esempio gli ingegneri coinvolti abbiano percepito un forfait di 900 euro. E’ chiaro come qualcosa non torni.
