Prosegue l’indecente oltraggio che vede il Sacrario del Monte Grappa trasformato in pista per attività invernali. Alcune settimane fa dei giovani immortalati finché praticano snowboard usando la scalinata del sito come pista. Nel week-end appena trascorso bob, slittini e picnic. Indignazione sui social. Ma fatta culturalmente a pezzi la sacralità di quella apocalisse, perlomeno si eviti l’offesa dei barbari attraverso un adeguato servizio di vigilanza
Strano posto l’Italia. Un luogo in cui si celebrano le sconfitte e ci si vergogna delle vittorie. Qualcuno ancora se lo ricorderà. Sino a pochi decenni fa la vittoria dell’Italia nella Prima Guerra mondiale veniva percepita dalla società italiana, attraverso la funzione di ricordo svolta dalle istituzioni, come un evento tragico ma vittorioso. Quindi sacrale. Un’immane sacrificio che andava ricordato, nel più scontato e nobile dei riflessi atropologici, proprio in virtù della dimensione enorme della tragedia. Nè più, nè meno di quello che fanno tutti i popoli della terra. Tragedia peraltro richiesta da quello che la storiografia ufficiale individuava come il completamento del processo risorgimentale, con gli ultimi territori mancanti finalmente ricongiunti alla madrepatria
Di fatto, sparita dalle celebrazioni e demolita nei sussidiari, la vittoria nella Grande Guerra è sparita dalle coscienze degli italiani
Poi qualcosa cambiò. La vittoria, con le sue grandi luci ed enormi ombre, passo da “evento di tutti” a terreno di scontro politico ed ideologico. Se si va a guardare come l’ambiente intellettuale ed accademico raccontano oggi la Grande Guerra, il traguardo dell’unità nazionale viene totalmente accantonato e viene enfatizzato solo il carattere di orrenda ed inutile carneficina. “Tutta quella povera gente mandata inutilmente al massacro”: che poi sarebbe bello poter chiedere ad un caduto sul Carso o sull’Altopiano di Asiago quale empatia provi nei confronti di chi ritiene inutile la sua morte. Di fatto, sparita dalle celebrazioni e demolita nei sussidiari, la vittoria nella Grande Guerra é sparita dalle coscienze degli italiani. Ecco da dove nasce ogni singolo oltraggio al Sacrario del Monte Grappa.
Ci si interroga però sul perché dell’assenza di un adeguato servizio di vigilanza. Senza voler nemmeno affrontare il tema della manutenzione e del decoro dei siti, altro tema più che dolente
Sta in questo la spiegazione di quelle foto sconcertanti, di questi barbari che banchettano sulle spoglie di 23.000 soldati caduti. Perso il senso del sacro, il tempio è un posto come un altro dove defecare. Quello è un luogo eretto per celebrare un qualcosa che oramai molti italiani, poverini loro, hanno perso. Non tutti. Ma già troppi. Pressochè unanime, va detto, l’indignazione sui social. Evidentemente non tutto è perduto. Ci si interroga però sul perché dell’assenza di un adeguato servizio di vigilanza. Senza voler nemmeno affrontare il tema della manutenzione e del decoro dei siti, altro tema più che dolente. Questo week end erano presenti dei militari, che hanno fatto sgomberare gli irrispettosi escursionisti. Ma sono in molti a chiedere il ripristino del servizio di vigilanza svolto dagli Alpini, che assicurava il giusto decoro ai numerosi sacrari e che è stato interrotto a causa dei DPCM del governo Conte.

