L’artista incisore statunitense Michael Mazur, tra i più rinomati del recente Novecento, espone nelle sale del museo di Castelvecchio a Verona la sua interpretazione personale dell’Inferno dantesco. E lo fa attraverso 42 stampe cariche di forza visiva sconvolgente
La discesa di Dante all’inferno, raccontata con una carica visiva sconvolgente, che travolge per la sua forza. Vent’anni dopo la sua prima esposizione, l’artista incisore statunitense Michael Mazur torna al museo di Castelvecchio a Verona con la mostra dedicata a Dante “L’Inferno”. E lo fa in occasione delle celebrazioni nel 2021 per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. L’artista incisore statunitense, tra i più rinomati del recente Novecento, espone nelle sale del museo scaligero la sua interpretazione personale dell’Inferno dantesco attraverso 42 stampe, che lo stesso artista decise, dopo la prima esposizione, di donare al Gabinetto Disegni e Stampe del museo stesso.
L’artista descrive infatti in prima persona il viaggio all’interno dei gironi infernali
Un’interpretazione “agghiacciante ed indelebile” dell’Inferno quella di Mazur. Raccontata con una forza ed una carica visiva sconvolgente, decisamente originale e intimamente sentita, che contrappone una visione contemporanea all’immaginario medievale. Piuttosto che usare la consueta raffigurazione del poeta e della sua guida, l’artista descrive infatti in prima persona il viaggio all’interno dei gironi infernali. E annota: “l’artista, come nostro Virgilio, vede ciò che Dante ha visto”. Alle opere di Mazur dedicate all’Inferno in mostra a Verona, vengono affiancati brani della celebratissima traduzione inglese del testo di Dante realizzata dal “poeta laureato” Robert Pinsky, talmente famoso in patria da essere persino finito in un episodio della serie a cartoni animati I Simpson. Negli anni Novanta Mazur realizzò una serie di monotipi a illustrazione della sua traduzione.

