Il termine Madonna però non deve lasciarci confondere nell’interpretazione di questa splendida opera d’arte. La statua che Cansignorio scelse per adornare il centro politico scaligero infatti è tutt’altro che un richiamo alla Cristianità, ma piuttosto una vera e propria ‘Dea Verona’
Se passeggiando per il centro di Verona ci inoltriamo in piazza Erbe ci ritroviamo immersi in un mondo di bancarelle e venditori, in mezzo a decine di persone che si guardano attorno affaccendate a comprare qualcosa o che si concedono una sosta dalla calura estiva con un aperitivo in uno dei tanti locali che costeggiano la piazza.
Questo non può stupire se pensiamo che la fisionomia del luogo dev’essere rimasta circa la stessa fin dal tempo degli antichi romani. Piazza Erbe infatti in epoca antica era la sede del Foro cittadino. La piazza principale dove gli abitanti si incontravano per concludere gli affari alla luce del Sole, di fronte a tutta la cittadinanza. O per seguire la vita politica della propria città.
Nel Medioevo la famosa piazza di Verona rimase il centro politico della città nonchè la sede del mercato delle Erbe appunto. E tutt’oggi i retaggi dell’epoca gloriosa delle signorie si fanno notare nell’urbanistica di questo piccolo cuore della città.
E’ proprio nel basso medioevo che Cansignorio, ultimo signore della potente famiglia degli Scaligeri, nel 1368 d.C. decide di adornare questo luogo centrale della sua città con una fontana ornamentale.
Cansignorio volle aggiungere al piedistallo della statua i volti dei più grandi signori di Verona
Una vasca termale romana viene quindi installata nel centro cittadino. E la nuova fontana scaligera viene adornata con una statua ritrovata nella città, anch’essa romana, cui vengono aggiunte le braccia ed il capo, mancanti nel pezzo originale. Questa statua con la sua fontana è visibile ancora oggi quando visitiamo Piazza Erbe: è la Madonna Verona. Cansignorio volle aggiungere al piedistallo della statua i volti dei più grandi signori di Verona: il Re Vero (figura che la leggenda vuole come primo sovrano della città), Alboino signore dei longobardi, Berengario duca del Friuli. Infine la “Regina Verona”, di nuovo il volto della città umanizzato in una splendida figura femminile.
Il termine Madonna però non deve lasciarci confondere nell’interpretazione di questa splendida opera d’arte. La statua che Cansignorio scelse per adornare il centro politico scaligero infatti è tutt’altro che un richiamo alla Cristianità. Ma piuttosto una personificazione della fortuna cittadina, una vera e propria ‘Dea Verona’, dal sapore molto antico.
Proprio a Minerva è probabile che appartenga il corpo della statua che ancora oggi veglia sul “Foro” dei Veronesi
Persino la scelta della statua romana non fu casuale o dettata dal semplice risparmio. Attorno alla seconda metà del XVI secolo infatti venne ritrovata una stele di epoca antica che riportava come gli “Idoli” romani del campidoglio cittadino fossero stati asportati dalla loro sede durante il regno dell’Imperatore Teodosio. Colui che rese il Cristianesimo l’unica religione accettata nell’Impero Romano.
Nel Campidoglio erano infatti presenti tre loculi con le statue di tre divinità principali del pantheon romano: Giove, Minerva e Giunione. E proprio a Minerva è probabile che appartenga il corpo della statua che ancora oggi veglia sul “Foro” dei Veronesi.
Ecco dunque che la sapiente signora di Verona (Mea Domina, ossia Madonna) veglia sui suoi protetti ormai da tempi antichissimi, dopo aver resistito a guerre, rivolte, sfregi e bombardamenti. Un piccolo squarcio nel tessuto del tempo, che ci permette anche oggi di respirare un profumo di alte colonne in marmo bianco. Il profumo della storia.

