Tra resort e poli culturali, le isole di Venezia sono ormai in vendita al miglior offerente, nonostante le regole siano molto severe
Sono numerose le isole di Venezia che sono ormai considerate dei veri e propri oggetti in vendita, che garantiscono numerose entrate al comune. Ad esempio, l’isola di San Secondo vedrà la nascita di un resort di lusso, con tanto di piscina trasparente.
Invece, il Faro Spignon sarà un mini-resort, esclusivo e costosissimo. Altri ottagoni, le architetture difensive a forma di ottagono costruite dalla Serenissima, sono invece ancora in cerca di un acquirente. Si parla di anni di attesa. Sono ben 33 gli isolotti della laguna veneziana in vendita, e il giro di affari è sicuramente impressionante.
Non solo resort, c’è anche chi vuole restituire le isole di Venezia ai veneziani o creare poli culturali
Ma ci sono anche delle eccezioni. L’isola di Cura è stata acquistata da un imprenditore veneziano, Alvise Bottoni, che ha ben altri progetti. Egli, infatti, desidera che l’isolotto sia fruibile a tutti i veneziani. E quindi grande è l’aspettativa per la sua iniziativa, ancora da svelare.
L’isola di San Giacomo al Paludo invece è stata venduta ad Agostino Re Rebaudengo. Il quale, invece di un resort esclusivo, ha intenzione di costruirvi un polo culturale. Dunque, anche in questo caso, un progetto che ha intenzione di coinvolgere l’intera cittadinanza.
La burocrazia e regole però sono molto complesse
Attenzione però alla burocrazia. Molti resort non sono altro che progetti su carta, rendering molto ben fatti. Perché in realtà si aspetta il via libera per iniziare i lavori. Si parla di beni in un ecosistema complesso e all’interno di uno dei luoghi artisticamente più rilevanti del globo. Le regole sono severissime. Basti pensare al Faro Spignon, alla Bocca di Porto di Malamocco.
Si tratta di un bene demaniale che è stato concesso ai tedeschi di Floatel Gmbh, che si occupano di far rinascere i fari in abbandono. Come dicevamo, il progetto è di creare un mini-resort estremamente esclusivo, inserendo una struttura che si possa eliminare una volta terminata la concessione.
«Sono il nostro polmone verde» sostiene la presidentessa di Italia Nostra
Per quanto riguarda l’Isola di San Secondo, assegnata alla società sarda New Fari srl, si è acceso un dibattito sulla flora locale. Come riporta il Corriere del Veneto, Emanuela Vassallo, presidente di Italia Nostra, cerca di analizzare il progetto dei sardi manifestando le sue perplessità e la sua preoccupazione.
«Queste isole sono i nostri polmoni, i nostri, parchi, andrebbero rispettati e consentita sempre la pubblica fruizione vediamo tanti progetti che sono manifesti, non hanno una conformazione nella realtà: costituiscono un immaginario parallelo in cui per andare avanti e innovare serve l’extra lusso. Serve una discussione sulle vere esigenze della laguna e della città, per una progettazione alternativa che non dico debba escludere il ritorno economico, ma puntare a conciliare la conservazione con il suo utilizzo per re-includerle nel patrimonio collettivo».
Problemi giudiziari per le isole di Venezia in vendita, tra aste, contenziosi che bloccano proprietà e lavori
Esistono poi situazioni dove alle regole si sommano i problemi giudiziari. L’isola di Tessera, ceduta dai fratelli Poletti alla famiglia Marinese, doveva diventare un albergo. Ma il fallimento della cordata ha portato l’isola all’asta. Ora l’isola è stata venduta a un acquirente non veneto.
Ci sono poi molte diatribe per quanto riguarda l’Isola delle Grazie, nei pressi di San Giorgio, proprietà dell’Usl. Dopo una gara che ha visto la concessione dell’isola a Giovanna Stefanel per 11 milioni e 200 mila euro, nel 2007, è rimasta bloccata per 15 anni per contenziosi tra l’Usl, sovrintendenza e il secondo arrivato nell’asta. Solo nel febbraio 2021 è stata riconosciuta alla Stefanel la proprietà dell’isola.
Alcune isole, poi, sono ancora in vendita o la loro situazione è in stallo da anni
Ancora nessuna novità per quanto riguarda l’ex Caserma Miraglia alle Vignole invece. Nel 2017 era stata lanciata un’asta (andata deserta). Si cercava un investitore a cui donare una concessione di 50 anni, durante i quali avrebbe potuto creare un resort con darsena.
Niente nemmeno per Sant’Angelo della Polvere, che è ancora nelle mani di Cassa Depositi e Prestiti. Mentre l’isola Crevean, proprietà della famiglia di Giorgio Panto, è ancora ben visibile tra gli annunci immobiliari. Era stata anche su Airbnb per 1786 euro a notte.
Tra gli ottagoni che sono ancora sul mercato, e non hanno trovato un acquirente troviamo infine San Pietro (che si trova sul sito privateislands.com) e degli Alberoni, una proprietà di 450 metri quadri, il cui prezzo è stato tra i 6 e gli 8 milioni di euro.
