Tra calo demografico e spopolamento, spuntano dei cartelli misteriosi, con la cifra di 49.999
Venezia si è svegliata piena di cartelli indicanti una cifra: 49.999, nel carattere grafico che ricorda quello dei numeri civici della città. Si possono trovare ovunque, dai ponti ai corrimano, alle vetrine di negozi chiusi. Un messaggio criptico… ma forse neanche tanto, un messaggio di denuncia per una situazione allarmante.
Alberto Alberti, dell’associazione «Masegni e Nizioleti», ha fotografato i cartelli e li commenta così: «Mi ha colpito l’eleganza: si vede che è un gesto dimostrativo. Io ho pensato subito al calo degli abitanti». Ed è proprio quello di cui si parla, Venezia, infatti, sta per scendere sotto i 50mila abitanti. Lo spopolamento è sempre più grave.
Secondo le previsioni, la fantomatica cifra indicata sui cartelli, 49.999, sarà una realtà nel mese di luglio
Certo, ci vorranno ancora undici settimane per arrivare alla cifra in questione, secondo i calcoli dell’associazione Venessia.com. Il 20 maggio gli abitanti erano 50.123. Ormai è questione di scoprire la data esatta: l’11 luglio se ci si basa sul trend medio dell’anno, il 17 luglio sulla tendenza degli ultimi sei mesi, il 29 luglio calcolato da febbraio, il 4 agosto se si considera l’ultimo mese.
Dopotutto la situazione è stata anche preannunciata da Renato Brunetta lo scorso marzo, nel preannunciare il piano di investimenti del pnrr. «Venezia sta andando sotto la soglia dei 50mila abitanti, sotto la soglia che definisce il concetto di città».
Eppure, gli abitanti effettivi sono molti di più, considerando chi lavora e abita a Venezia senza avere la residenza
Si parla di un investimento da 230 milioni sul Bosco dello Sport, vicino all’aereoporto. Certo, quello che va sottolineato è che per quanto i residenti siano pochi, gli abitanti effettivi sono molti i più, considerando che dichiarare il domicilio è facoltativo e non ha sede legale.
Considerati lavoratori e studenti fuori sede (appartamenti o studentati), militari e forze dell’ordine, trasfertisti, si stima una presenza fissa dalle 8mila alle 15mila, persone in base ai diversi periodi dell’anno», spiegano da Ca’ Farsetti. Si parla di persone che pur non essendo residenti vivono e lavorano, o studiano, a Venezia.
Si parla anche di equiparare i domiciliati ai residenti, ma in molti non sono d’accordo
Ecco perché Luigi Brugnaro ha proposto: «Apriamo la quota dei domiciliati, affinché si registrino come tali. In modo che ottengano dei vantaggi ed emergano gli appartamenti in affitto, per tenere conto di chi Venezia la vive quotidianamente, anche se non ufficialmente residente».
C’è però chi si oppone a questa politica. Come Giovanni Andrea Martini, consigliere di opposizione di Tutta La Città. «Ci vogliono strategie d hoc perché da domiciliati diventino abitanti. Il Comune, l’Usl e le università non hanno politiche per trasformare queste residenze temporanee in permanenti: case per i medici dell’ospedale Civile, politiche per far restare gli studenti in città dopo la laurea. Oggi, vengono spremuti e basta. È pericolosissimo confondere domiciliati e abitanti: non è così che si ripopola Venezia».
