Con l’avvicinarsi del 450° anniversario della battaglia di Lepanto, ripercorriamo la vita e il martirio di Marcantonio Bragadin, anche grazie al nuovo libro “Lazarus e la battaglia di Lepanto” di Altaforte Edizioni
La storia della Serenissima è costellata da grandi uomini, che si sono distinti per coraggio e ardore. Uno di questi è sicuramente Marcantonio Bragadin che, durante la Guerra contro i Turchi che culminò con la battaglia di Lepanto, nel 1571, pagò un prezzo altissimo per la sua fedeltà a Venezia.
Nato a Venezia il 21 aprile 1523 da Marco di Giovanni Alvise e da Adriana figlia di Giovanni Bembo; in una famiglia patrizia di media condizione, si dedicò ben presto alla carriera marinara. Diventando, nel 1569 capitano del regno di Cipro e successivamente governatore di Famagosta.
La strenua difesa di Famagosta durata quasi un anno e il voltafaccia dei turchi dopo le trattative di pace
Nel 1570 la guerra tra l’Impero Ottomano e Venezia imperversava nel Mediterraneo. Teatro dello scontro erano i possedimenti della serenissima come Candia o Cipro. La capitale di Cipro, Nicosia, cadde sotto la mano turca, con l’uccisione del governatore Nicolò Dandolo dopo due mesi d’assedio. Ma Famagosta resistette per 11 mesi sotto la guida eroica di Bragadin.
Ridotti allo stremo, dopo quasi un anno di resistenza, senza più armi né viveri, decisero infine di trattare con i turchi la resa della città; a patto che salvasse la vita agli abitanti. Ma i turchi, dapprima concordi con quelle condizioni, iniziarono a millantare inganni e accusare Bragadin di averli ingannati, di aver consegnato una città ormai poverissima. Così, lo imprigionarono e gli tagliarono le orecchie. E quello non era che l’inizio del martirio.
Il martirio di Marcantonio Bragadin raccontato nel nuovo libro di Altaforte edizioni: “Lazarus e la battaglia di Lepanto”
In anteprima esclusiva per ilSerenissimo, riviviamo il martirio di Marcantonio Bragadin direttamente dal romanzo di Fabio Ragno “Lazarus e la battaglia di Lepanto” di Altaforte Edizioni; che uscirà il 7 ottobre, in occasione del 450° anniversario della battaglia di Lepanto.
Il giorno di ferragosto, festa dell’Assunta del 1571, Bragadin venne preso e trascinato nel ludibrio per tutte le mura della città, fino al fossato. Poi, più morto che vivo, fu portato sulla galea capitana; legato a un pezzo di legno e issato sul pennone, con i turchi che gli urlavano di avvisarli se vedeva arrivare la flotta cristiana. Quando ne ebbero abbastanza lo portarono di nuovo in piazza. Qui, fu completamente denudato e legato saldamente a una colonna.Sotto lo sguardo di Mustafà Pascià – che assisteva dal loggiato di quel ch’era stato il Palazzo del Provveditore – un aguzzino cominciò a levargli la pelle partendo dalla schiena e poi lungo tutto il corpo finché, apertogli il ventre, Bragadin spirò.

