Continua la polemica sull’appello del Vescovo di Verona che, in questi giorni, chiedeva di non votare per i candidati promotori dell’ideologia gender.
Un tema che la stessa Chiesa affronta sottovoce ma che dal religioso veronese trova voce grossa e nessun pentimento. Quello della progressista ideologia gender è un tema che negli ultimi trent’anni trova contrapposti centrodestra e centrosinistra oltre che gran parte della società.
Calenda vs Vescovo
Non tutti però la pensano allo stesso modo e, se gran parte del popolo scaligero plaude al Vescovo, dalla politica arrivano i soliti cori di indignazione. Tra questi è giunto nelle ultime ore quello dell’eurodeputato di centrosinistra Claudio Calenda. “Mi sembra una gravissima ingerenza. Fuori dal tempo e dal galateo dei rapporti istituzionali. Delle intromissioni dirette della chiesa cattolica nelle elezioni non abbiamo nostalgia”. Ha dichiarato in nota il segretario di Azione riferendosi all’intervento del vescovo Zenti.
In vista del ballottaggio veronese di domenica prossima, l’uomo del Vaticano aveva invitato i fedeli a votare tenendo conto di “quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender, al tema dell’aborto e dell’eutanasia“.
Ma il Vescovo tira diritto
In una recentissima intervista al giornale Famiglia Cristiana, il capo della Diocesi veronese rivendica però la sua posizione. “Lo rifarei e lo farò ancora fino a quando sarò sulla cattedra di San Zeno”. Il prelato si augura che quanto ha scritto “non sia oggetto di contestazione immotivata, ma semmai di dialogo tra tutti e anche con me. Farei volentieri anche un dibattito pubblico in tv“.
Sulla famosa lettera al centro del dibattito elettorale, Zenti spiega come l’ideologia gender “è stigmatizzata da Papa Francesco, al paragrafo 56 di Amorisi Laetitia”. Nell’appello vescovile ai preti della Diocesi, il prelato spiega di non essersi rivolto esplicitamente a nessuno dei due candidati sindaco.
Attenti agli schieramenti
“Sono entrambi cattolici, e sono persone valide, e io evidentemente non mi schiero con nessuno dei due”. Spiega Zenti riferendosi non tanto alle singole persone ma all’area politica dalla quale sono sostenute. Il prelato sostiene dunque di non tifare per nessuno dei due ma che ha il dovere di avvertire i fedeli sulle idee promosse dalle squadre in campo. Secondo il vescovo infatti, gli elettori “devono esaminare più attentamente l’area culturale da essi rappresentata e quali valori essa propone o mette in discussione”.
Non tutta la chiesa sostiene Zenti
Il prelato ricorda infine che famiglia e ideologia gender, oltre ad aborto ed eutanasia, non sono gli unici temi riportati nel suo appello. “Ho richiamato l’attenzione verso tutte le forme di povertà, della disabilità, della disoccupazione, della marginalità, al mondo giovanile alla deriva”.
Da quanto racconta Zenti, però, non tutti all’interno della Chiesa hanno accettato questa sua presa di posizione. “Molti hanno approvato, qualcuno si è detto indispettito”. Forse l’ennesimo specchio di un cattolicesimo sempre più in linea con la società moderna.
Andrea Bonazza

