La Prima guerra mondiale sulle Dolomiti ha lasciato tracce perenni. Oltre a trincee, mulattiere, gallerie e bossoli o schegge di proiettili di obice, sulle nostre montagne troviamo però anche magnifiche strutture, testimoni secolari del conflitto. Oggi andiamo al confine tra il Veneto e l’Alto Adige, più precisamente tra la Val Parola e la Val Badia. Qui, direttamente a bordo strada, c’è un forte della Grande Guerra che posa ancora fiero custodendo in sè la storia di migliaia di soldati. E’ il Forte Tre Sassi.
Tra Passo Falzarego e la Val Parola
Il Forte Tre Sassi è una fortificazione dell’esercito austro-ungarico, oggi riconvertita a museo. In esso vi sono armi, oggetti e illustrazioni che narrano delle battaglie che scossero il confine tra l’impero austroungarico e l’Italia monarchica. Qui tra la Val Parola ed il Passo Falzarego sono avvenute vicende che hanno messo a dura prova i nostri bisnonni, siano essi italiani o austroungarici. Un luogo sacro che deve far riflettere sul sacrificio di tanti giovani, che sui nostri monti hanno combattuto in nome della libertà della patria.
Forte Tre Sassi
Il Forte Tre Sassi venne costruito oltre un secolo fa, negli anni a cavallo tra il 1897 ed il 1901. La sua funzione era quella di presidiare il passaggio della rotabile che conduceva verso l’altoatesina Val Badia e controllare le cime dei monti circostanti. Come si intuisce scrutando l’orizzonte dal forte, i monti maggiormente attenzionati dalla visuale militare erano soprattutto i vicini Lagazuoi e del Sass de Stria.

La preparazione alla guerra
Arroccato a 2183 metri s.l.m. a guardia del confine, il Forte Tre Sassi venne potenziato dall’impero del Kaiser nel 1911. Quattro anni prima dello scoppio della guerra, L’Austria si preparò dunque ad un nuovo scontro contro il Regno d’Italia. Cosa, questa, che noi italiani ignoravamo completamente, fatta eccezione per i gruppi di Futuristi e nazionalisti che intendevano riconquistare le nostre terre irredente.
L’attacco italiano
Con l’intervento italiano nella Grande Guerra nel maggio del 1915, nei primi di luglio l’impero austro-ungarico decise di abbandonare la posizione. Mentre gli austroungarici si ritiravano dal forte, troppo esposte alla linea di tiro italiana, l’artiglieria regia sparò una granata centrandolo in pieno. Forte Tre Sassi subì gravi danni e per la sua funzione iniziale ormai era quasi inutilizzabile.
Il forte austroungarico
Forte Tre Sassi ha la forma rettangolare ed è costruito su tre piani. E’ dotato di feritoie lungo i due lati rivolti, a sud verso il Passo di Falzarego, e a est sulla Val Parola. Proprio sul lato della Val Parola gli austriaci avevano installato due obici da 60mm. Illuminata con le sole lampade ad olio, la fortificazione poteva ospitare fino a cento soldati. Nella struttura vi erano uffici comandi, ricoveri, armeria, magazzini, cucine, infermeria ed anche dei loculi per i corpi dei caduti. L’approvvigionamento idrico del forte era consentito tramite pompe idraulica dal vicino lago di Val Parola.
Il museo della guerra
Negli ultimi decenni, con l’avvicinarsi del centenario della Grande Guerra, oggi ormai passato, la famiglia locale dei Lancedelli, ha ricercato e recuperato molti reperti risalenti al conflitto. In collaborazione con il Comune di Cortina d’Ampezzo ha restaurato Forte Tre Sassi restituendogli la sua dignità. Inaugurato nel 2003, all’interno della struttura è stato disposto un bellissimo museo della guerra in cui sono esposti cimeli e reperti che rimangono, ad indelebile ricordo, di quel gigantesco scontro che tra il 1915 e il 1918 scosse le nostre montagne e la nostra comunità tutta.
Andrea Bonazza

