Dal 1 marzo l’Uci, Unione ciclistica internazionale ha escluso i team russi e bielorussi dalle competizioni. E ora gli atleti italiani iscritti con quelle squadre non possono più gareggiare e sono senza stipendio. E’ il caso di Alessandro Fedeli, l’atleta veronese che a causa delle sanzioni alla Russia salterà il Giro d’Italia
«È arrivato il momento delle risposte. Basta parlare, è ora di agire. Il nostro futuro dipende dalle vostre decisioni». E’ attraverso un messaggio su Instagram che il ciclista di Negrar, in provincia di Verona, Alessandro Fedeli si rivolge direttamente all’Uci, Unione ciclistica internazionale. Dal 1 di marzo infatti il ciclista è escluso dalle competizioni e senza stipendio a causa di un provvedimento dell’Uci stessa. E per questo motivo salterà il Giro d’Italia.
«Io e miei compagni abbiamo visto revocare il nostro diritto di lavorare»
«Io e miei compagni abbiamo visto revocare il nostro diritto di lavorare e abbiamo visto i nostri stipendi e i nostri obiettivi venire sospesi». E’ la denuncia del 26enne di Negrar, bloccato a causa della guerra in Ucraina e delle sanzioni alla Russia. Per punire l’invasione russa, l’Uci ha vietato a squadre ciclistiche russe e bielorusse e alle due selezioni nazionali di partecipare alla gare del calendario. Inoltre, è stato anche revocato la status di squadra Uci a tutti i team russi e bielorussi. Ed il primo team nella lista dei sanzionati è quello di Fedeli, il ProTeam Gazprom Rusvelo.
Da allora Alessandro Fedeli non può più gareggiare ed è rimasto senza stipendio. Ha potuto partecipare solo al Giro di Sicilia, convocato dal tecnico della Nazionale Daniele Bennati. Ma non ha potuto partecipare al Tour of the Alps. E oramai per lui anche il Giro d’Italia salterà.
A stabilire la correttezza del provvedimento ci penserà il Tribunale Arbitrale Sportivo (Tas) di Losanna
«È arrivato il momento che vi prendiate le vostre responsabilità e risolviate la nostra situazione», è la richiesta di Fedeli all’Uci. Anche perché il provvedimento è stato conformato in maniera da colpire le squadre e non i singoli. Quindi si arriva al paradosso di atleti russi presso squadre italiane che possono gareggiare, mentre italiani iscritti con squadre russe sono bloccati. A stabilire la correttezza del provvedimento ci penserà il Tribunale Arbitrale Sportivo (Tas) di Losanna. L’Uci attende che il Tas si pronunci.
«Inutile dire che condanniamo la guerra e la violenza in ogni sua forma» – ha scritto il ciclista veronese in un altro messaggio sempre condiviso su Instagram. «Non voglio smettere di credere che lo sport sia il miglior modo di promuovere la pace. Non voglio credere che una squadra florida, seria e multietnica come Rusvelo si possa trovare dall’oggi al domani a dover chiudere. E a lasciare oltre 50 famiglie di molteplici paesi senza un lavoro. Le sanzioni applicate a questa squadra sono esagerate ed ingiuste, dato che le sede logistica è sul Lago di Garda e la sede economica in Svizzera».

