A Padova la statua equestre del Gattamelata di Donatello verrà sostituita da una copia, restaurata e trasferita al Museo della Basilica di Sant’Antonio
Verrà sostituita da una copia, e trasferita al Museo della Basilica di Sant’Antonio a Padova, la statua equestre del Gattamelata di Donatello, che si trova sul piazzale antistante l’edificio sacro. Ad annunciarlo – riportano i giornali locali – è stato il Delegato Pontificio al Santo, mons. Fabio Dal Cin.
Il costo dell’operazione, che prevede anche il restauro dell’originale, danneggiato dal maltempo e dal guano dei piccioni, ammonta a circa 2 milioni di euro.
Si tratta della prima statua equestre di grandi dimensioni fusa dai tempi dell’antichità
Il monumento equestre al Gattamelata è una statua in bronzo realizzata da Donatello e situata in piazza del Santo a Padova. Eretta in onore del condottiero della Repubblica di Venezia Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, risale al periodo tra il 1446 e il 1453. La sua armatura, elegantemente decorata, fu reinventata da Donatello, parafrasando liberamente un’armatura “all’antica”, che non corrisponde assolutamente alle armature in uso ai tempi della realizzazione dell’opera. Si tratta della prima statua equestre di grandi dimensioni fusa dai tempi dell’antichità ed una delle prime opere scultoree dell’epoca moderna svincolate da un’integrazione architettonica (come ad esempio il sottostare in una nicchia): l’opera si propone infatti come forma autonoma, che si rapporta nello spazio solo con il suo volume, senza altri limiti. La collocazione fu attentamente studiata rispetto alla vicina basilica, ossia lievemente scostata rispetto alla facciata e al fianco, in asse con un importante accesso viario, garantendo la visibilità da molteplici punti di vista.
La musealizzazione avrà il duplice vantaggio di salvare definitivamente l’opera
A lanciare l’appello per la salvezza del monumento, realizzato dallo scultore fiorentino tra il 1446 e il 1453, era stata nei giorni scorsi Italia Nostra. “La musealizzazione – ha scritto mons. Dal Cin – che rimarrà naturalmente nell’ambito dello stesso complesso Antoniano, avrà il duplice vantaggio di salvare definitivamente l’opera, altrimenti destinata a un inevitabile ammaloramento, e a renderla ancora più apprezzabile da cittadini e visitatori grazie a percorsi di valorizzazione appositamente realizzati”.

