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Le Gallerie dell’Accademia e l’inaspettato ‘museo nel museo’ di Venezia

E’ stato inaugurato oggi presso i monumentali Saloni Selva-Lazzari al piano terra delle Gallerie dell’Accademia un inedito e straordinario percorso espositivo dedicato alla pittura a Venezia e nel Veneto nel Seicento e Settecento

E’ una sorta di “museo nel museo”, “le Gallerie che non ti aspetti” – come recita il titolo della presentazione – l’inedito percorso espositivo dedicato alla pittura a Venezia e nel Veneto nel Seicento e Settecento aperto da oggi alle Gallerie dell’Accademia, con l’allestimento dei saloni Selva-Lazzari a pianoterra. All’apertura sono intervenuti, tra gli altri, il ministro della Cultura Dario Franceschini e il presidente del Veneto, Luca Zaia.

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Una preziosa selezione di 63 opere, in parte mai esposte prima d’ora, o mai ammirate nella veste attuale, frutto di interventi di restauro realizzati per l’occasione. Tra i capolavori restaurati, il Castigo dei serpenti di Tiepolo, una tela lunga più di 13 metri proveniente dalla Chiesa veneziana dei Ss. Cosma e Damiano; la splendida Deposizione di Cristo dalla croce dell’artista napoletano Luca Giordano, esposta per la prima volta all’interno della collezione permanente; la vivace scena di Erminia e Vafrino scoprono Tancredi ferito di Gianantonio Guardi, unica tela di un ciclo di 13 ispirato alla Gerusalemme liberata di Tasso, rientrata in Italia dopo un iter collezionistico complesso; la Parabola delle Vergini sagge e delle Vergini stolte di Padovanino, presentata per la prima volta in assoluto al pubblico e riallestita a soffitto com’era originariamente; o la Giuditta e Oloferne dell’anticonformista pittrice veneziana, ancora tutta da riscoprire, Giulia Lama.

Un luogo privilegiato, nel panorama mondiale, per conoscere un tassello importante e ancora poco noto della storia dell’arte, in particolare della pittura a Venezia e nel Veneto nel Seicento

Il nuovo percorso presenta temi e protagonisti particolarmente significativi della produzione pittorica del XVII e XVIII secolo, completando l’allestimento museale del pianterreno, che abbraccia un arco temporale dal Seicento all’Ottocento. “Con questa iniziativa le Gallerie – dichiara il Direttore, Giulio Manieri Elia, che ha curato il progetto insieme alla vicedirettrice Roberta Battaglia e al dott. Michele Nicolaci – diventano il luogo privilegiato, nel panorama mondiale, per conoscere un tassello importante e ancora poco noto della storia dell’arte, in particolare della pittura a Venezia e nel Veneto nel Seicento, che per la prima volta viene rappresentata in museo con uno spazio interamente ad essa dedicato. Un’assoluta novità è anche l’allestimento del salone settecentesco che, accanto a capolavori inediti, presenterà una sorta di ‘museo nel museo’, riservato a uno dei geni dell’arte di sempre, Giambattista Tiepolo”.

La sala 5 ospita opere di grande formato del Seicento veneziano provenienti perlopiù da chiese ed edifici religiosi della città

I due ampi ambienti del pianoterra delle Gallerie dell’Accademia di Venezia sono stati così concepiti: la sala 5 ospita opere di grande formato del Seicento veneziano provenienti perlopiù da chiese ed edifici religiosi della città, tra cui spiccano le monumentali pale di Luca Giordano, come la splendida Deposizione di Cristo dalla croce, e di Pietro da Cortona con il restaurato Daniele nella fossa dei leoni. Accanto a questi capolavori, figurano anche importanti esempi di Bernardo Strozzi, Nicolas Régnier, Sebastiano Mazzoni, di cui peraltro si espone l’inedita Strage degli Innocenti, appena acquistata dallo Stato italiano (2021).

All’interno del vasto spazio sono stati identificati alcuni focus tematici, come ad esempio quello dedicato alla decorazione della chiesa veneziana dell’Ospedale degli Incurabili, andata distrutta nel 1831, di cui oggi viene presentata per la prima volta in assoluto la Parabola delle Vergini sagge e delle Vergini stolte di Padovanino, anch’essa restaurata e riallestita a soffitto per restituirne la corretta visione dal sotto-in-su, con un effetto sorprendente per i visitatori. Nella stessa sala sarà possibile ammirare l’ampio frammento della Parabola del banchetto di nozze di Bernardo Strozzi, anch’essa parte della decorazione degli Incurabili, acquisita dallo Stato nel 2016.

La sala 6 offre uno sguardo d’insieme sulla variegata produzione pittorica veneziana del Settecento, con alcune sottosezioni tematiche

La sala 6 offre uno sguardo d’insieme sulla variegata produzione pittorica veneziana del Settecento, con alcune sottosezioni tematiche. Ad aprire il salone è la vivace scena di Erminia e Vafrino di Gianantonio Guardi, che viene ora presentata al pubblico dopo l’accurato restauro che ne ha recuperato la sorprendente qualità e freschezza della stesura pittorica. La lunga parete sud della sala offre una rassegna dedicata a Tiepolo, – di cui è esposto il grandioso Castigo dei serpenti– mentre altre due sezioni sono consacrate al paesaggio e alla pittura di interno con le celebri scenette di Pietro Longhi. Tra i vari protagonisti di questo salone c’è anche la pittrice veneziana, Giulia Lama con Giuditta e Oloferne.

Dalla sala della Nuova Cancelleria, proviene il ciclo di tele ispirate a storie del Vecchio Testamento

In entrambi i saloni grande attenzione è stata posta al recupero della decorazione sei e settecentesca della Scuola della Carità, oggi inglobata nel percorso museale del primo piano. In particolare, dalla sala del Capitolo – oggi sala I del museo – provengono la Circoncisione di Gregorio Lazzarini e il Ritrovamento di Gesù al Tempio di Gianantonio Fumiani, mentre dalla sala della Nuova Cancelleria, proviene il ciclo di tele ispirate a storie del Vecchio Testamento, cui presero parte diverse personalità dell’Accademia veneziana di Belle Arti, tra cui Giandomenico Tiepolo, figlio di Giambattista.

Un vero e proprio viaggio attraverso i secoli XVII e XVIII

I nuovi spazi, che così articolati intessono un vero e proprio viaggio attraverso i secoli XVII e XVIII, restituiscono finalmente circolarità al percorso espositivo al piano terra, costituendo un anello di congiunzione tra la prima sezione, inaugurata nel maggio 2015 (sale 1-4) e l’ultima, aperta nel gennaio 2016 (sale 7-13). Da un punto di vista storico-artistico, il salone di dipinti del Seicento (sala 5) dialoga perfettamente con le sale precedenti dedicate al collezionismo privato seicentesco (sala 3), mentre il salone incentrato sul Settecento (sala 6) anticipa la narrazione dell’ultima ala (in particolare le sale 8 e 9), che racconta il successo internazionale della pittura settecentesca. Nell’ottica, poi, di una maggiore fruibilità, il nuovo allestimento favorisce un’ottimizzazione dei flussi dei visitatori, fino ad oggi costretti ad accedere all’ultima parte del pianoterra attraverso il primo piano.

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