Ci ha regalato opere di straordinario pregio, come “Il bacio”, ma Francesco Hayez nasconde una vita turbolenta e un forte ideale risorgimentale, che troviamo nascosto nelle sue opere
I più lo conoscono per la sua opera più famosa: quel bacio dato sulla soglia di una casa, che fa sognare tutti gli innamorati del mondo. Ma Francesco Hayez è molto più di questo, un grande artista veneto che ha portato nascosto la lotta per l’Italia in tutte le sue opere.
Quello che in pochi sanno, però, è che il bacio tanto osannato non racconta affatto di due amanti clandestini medioevali. In realtà, in quel dipinto sono rappresentati tutti i valori della lotta Risorgimentali. Uno su tutti: l’Amor di patria. Perché la donna altri non è che l’Italia.
Francesco Hayez le origini di un grande talento
Il pittore Francesco Hayez nacque a Venezia nel 1791 ed è uno dei principali esponenti del romanticismo storico. Con i suoi dipinti, solo apparentemente a tema storico, racconta in realtà il suo tempo e la sua lotta per l’unificazione nazionale, velando ogni cosa di un contorno epico e romantico.
Le sur origini sono molto umili, tanto che i genitori lo affidano allo zio, Francesco Binasco, antiquario e collezionista, ancora bambino. Sarà proprio lo zio, intuendo le sue capacità, a impiegarlo come restauratore. Non sarà quella, però, la sua strada. Egli andrà a lavorare nella bottega del pittore Francesco Magiotto, per poi frequentare i corsi di pittura nella Nuova Accademia di Belle Arti di Venezia.
Aveva solo 18 anni quando vinse un concorso e si trasferì a Roma, dove divenne apprendista del celebre scultore Antonio Canova, anch’esso veneto. Sarà proprio la capitale a portargli fama e onori, premi e riconoscimenti. Anche se, la sua vita a Roma fu alquanto sregolata, così intricata che a causa di una relazione con una donna sposata dovette spostarsi a Milano.
L’ambiente intellettuale di Milano e la svolta risorgimentale
Sarà proprio Milano, con il suo fermento culturale e intellettuale a cambiare radicalmente la sua vita e le sue opere. Si trasferisce nel 1818 e incontra personaggi come Alessandro Manzoni, Tommaso Grossi ed Ermes Visconti. Qui conosce la lotta risorgimentale degli albori, e vi si consacra.
Le sue opere a sfondo storico ma intrise di ideali Risorgimentali, comprensibili solo a chi li condivideva, diventarono il suo marchio di fabbrica. Un escamotage utilizzato anche dagli altri patrioti, come Manzoni e Verdi, per evitare la censura austriaca. Opere che oggi vengono spesso viste solo per il loro significato mitologico o storico, ma che in realtà nascondono molto di più.
