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Forte Tombion, dal Risorgimento all’attentato partigiano

Ad oltre cent’anni dalla fine della Prima guerra mondiale, molte sono ancora le tracce e le strutture costruite dai nostri nonni e arrivate fino a noi. Qualche giorno fa vi parlavamo di Forte Tre Sassi, la fortificazione austroungarica al confine tra Alto Adige e Veneto. Oggi, invece, andiamo a visitare insieme Forte Tombion, fortificazione militare italiana con una storia ancora più vecchia.

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Una storia lunga come l’Italia unita

Il Forte Tombion è la prima struttura difensiva di confine costruita dopo che il Veneto entrò nel Regno d’Italia. Era il 1866, 5 anni dopo l’unità d’Italia e la conseguente chiusura della III guerra d’Indipendenza. Il Tombion è una fortificazione di sbarramento che sbarra la strada di collegamento della valle del Brenta. Alla fine del XIX secolo la Tagliata Tombion si è quindi sostituita alla funzione che, per ottocento anni, era affidata al Covolo di Butistone.

Gli edifici tra le casematte

Il Forte Tombion era difeso da due batterie di casematte piazzate sopra alla strada. Entrambe le batterie erano precedute da due terrapieni e un fossato per impossibilitarne l’assalto nemico. Proprio qui, in mezzo alle due batterie, si trovava una prima struttura a due piani per ospitare i soldati della truppa. Dall’altra parte della strada, invece, un secondo edificio, anch’esso a due piani, difendeva il lato orientale. Esso ospitava in sé i depositi e gli alloggi degli ufficiali del Regio Esercito.

La cinta difensiva

Fortificato ulteriormente da una cinta muraria munita di feritoie per i fucili, Forte Tombion schierava due batterie di cannoni da 149G (10 pezzi totali). Inoltre, a sua difesa vi erano altri due cannoni a tiro rapido e tre mortai. La difesa nel forte e del confine italico era affidata ad una compagnia di fanteria e ad una cinquantina di artiglieri che montavano ai rispettivi pezzi.

Dal Risorgimento alla Grande Guerra

Il Forte Tombion venne finito attorno al 1885 e, trent’anni dopo, nel 1915, purtroppo risultò già vecchio per la nuova guerra appena scoppiata. Nel 1917, dopo la ritirata per la disfatta di Caporetto, gli artiglieri abbandonarono il forte senza che questo avesse mai visto lo scontro.

La Seconda guerra mondiale

Nella Seconda guerra mondiale, in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943, Forte Tombion continuò però a sventolare il tricolore con il fascio littorio. La fortificazione risorgimentale ospitò uno sparuto presidio militare della Repubblica Sociale Italiana. In un’Italia divisa e insanguinata, ferita dall’odio fratricida e occupata da truppe straniere, arrivò presto anche per il nostro forte il momento di fare i conti con le truppe partigiane.

L’attentato partigiano

Era la notte tra il 6 e il 7 giugno del 1944 quando, i servizi segreti inglesi comandarono ai partigiani italiani di assaltare Forte Tombion. I partigiani facevano parte della Brigata Garibaldi “Antonio Gramsci”, di Feltre. Entrati di nascosto nel forte immobilizzarono i giovani volontari della RSI attuando il sabotaggio inglese. Fecero esplodere la vicina galleria ferroviaria, distruggendo anche la ferrovia, la strada e gran parte del forte. La zona intera venne scossa e investita dai detriti della gigantesca deflagrazione. Dei giovani fascista a guardia del forte non si seppe più nulla.

Le rovine del Tombion

Al forte, oggi, si possono ancora vedere i resti della casamatta nord, parte del cortile e della cinta muraria, e alcuni vani sotterranei. Per visitarne le rovine si può chiedere al vicino Ristorante “Forte Tombion”. Vi consigliamo dunque di unire l’utile al dilettevole; assaggiando prodotti nostrani e allo stesso tempo ammirare questo monumento che appartiene alla storia del Veneto, attraversando ben tre guerre patriottiche.

Andrea Bonazza

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