La Regione Veneto procede con l’aggiornamento della programmazione del Fondo Regionale della non autosufficienza per l’area anziani. Un provvedimento legato ai fabbisogni dei più deboli, approvato nel corso dell’ultima seduta della Giunta
Riprogrammare il Fondo per la non autosufficienza degli anziani, per venire incontro alle necessità della fascia più anziana e più debole della popolazione. Non è solo un aggiornamento legato ai cresciuti bisogni, ma un dovere morale per creare un nuovo patto. Una presa in carico che sia a misura di cittadino. L’emergenza Covid 19 ha modificato i reali bisogni, mettendo in luce nuove emergenze. Da qui la necessità di rileggere l’offerta, rendendola più legata a quelle che sono le sopraggiunte necessità. L’invecchiamento della popolazione richiede una rilettura, tenendo conto delle cronicità che sono in crescita.
L’aggiornamento approvato dalla Giunta, prevede l’unificazione dei due livelli assistenziali in uno solo
L’atto è stato trasmesso alla competente Commissione del Consiglio regionale per ottenere il previsto parere. L’aggiornamento approvato dalla Giunta, prevede l’unificazione dei due livelli assistenziali in uno solo. Con una quota sanitaria unica pari a 52 euro da introdursi dal primo luglio, con mantenimento delle Impegnative di residenzialità da 56 euro per quelle attive alla data del 30 giugno scorso.
Sino ad ora, l’organizzazione dell’assistenza prevedeva due profili: il primo livello (con bisogno ridotto-minimo e una tariffa giornaliera di 49 euro); il secondo livello (maggior bisogno con tariffa giornaliera di 56 euro).
Una scelta che va nella direzione di far promuovere maggiore assistenza e cura della persona anziana
L’Assessore alla Sanità e Sociale Manuela Lanzarin motiva l’importante aggiornamento della programmazione: ““Si tratta di un grande passo culturale, non solo “tecnico”. Una scelta che va nella direzione di far promuovere maggiore assistenza e cura della persona anziana, al passo con i tempi ed i bisogni che cambiano – fa notare l’Assessore – una scelta che nel contempo concorre a migliorare la gestione delle liste d’attesa, visto che si punta a superare le criticità determinate dal ridotto numero dei posti letto di secondo livello che al momento possono essere solo il 25% di quelli del primo livello, condizione che penalizzerebbe proprio le persone con maggior gravità”.

