Tra gennaio e settembre le vendite oltre confine del manifatturiero dell’asse Padova-Treviso valgono 18,7 miliardi: un balzo del 19,7% sullo stesso periodo 2020, e soprattutto di 4,1 punti rispetto al 2019. Con Treviso che segna 10,6 miliardi, +4,1% sul 2019 e Padova 8,1 miliardi, +4%
“Con un export che registra un +4,1% rispetto al 2019 le nostre imprese manifatturiere dell’asse Padova-Treviso dimostrano il valore e la qualità delle produzioni made in Veneto. Un segno tangibile ed esempio eloquente della flessibilità e della capacità di reazione di fronte alla situazione pandemica, sommate alla tenacia di realtà imprenditoriali lungimiranti che si sono adattate e hanno risposto ad un mercato che è completamente cambiato. Con 700 milioni in più rispetto ai primi nove mesi del 2019, il manifatturiero contribuisce alla creazione della catena del valore e che ci permette di applaudire a questo risultato che fa bene alla nostra economia e all’immagine di una Regione che da sempre marcia più spedita rispetto al resto del Paese”.
Lo dice il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commentando i dati sull’export emersi da un’indagine di Assindustria Venetocentro con Sace e Fondazione Nord Est, che evidenzia la forza dell’asse Padova-Treviso rispetto ai Paesi della zona euro.
Tra i Paesi extra Ue spicca la crescita a doppia cifra degli Stati Uniti (+17,6%)
“Le piccole e medie imprese venete superano quelle tedesche della Baviera (-1,7%) e quelle francesi del Rodano-Alpi (-4,5%), dimostrando di essere più produttive – continua il Governatore -. Un traguardo che ci riempie di orgoglio nella consapevolezza che, oggi più che mai, le Istituzioni devono essere al fianco di queste realtà imprenditoriali, destinando incentivi adeguati per sostenere la competizione in un mercato globalizzato. Ora dobbiamo evitare che l’emergenza energetica diventi la nuova emergenza sanitaria: serve un confronto urgente per evitare di pesare sulle tasche degli italiani”.
Il mercato principale del manifatturiero dell’asse Padova-Treviso sono i Paesi della zona euro (+5,8% rispetto al 2019), innanzitutto la Germania, primo mercato di sbocco (+10,7%) e poi la Francia (+11,4). Notevole la crescita della Polonia che segna la maggiore crescita (+21,6%). Tra i Paesi extra Ue spicca la crescita a doppia cifra degli Stati Uniti (+17,6%).
