Una mostra sul pittore Edward Hopper, esponente del realismo americano. L’esposizione si trova a Palazzo Bresciani ed è visitabile sabato 28 e domenica 29.
Fino al 29 ottobre, nell’elegante sede di Palazzo Bresciani è possibile visitare una mostra dedicata al pittore e illustratore Edward Hopper (1882-1967), esponente del realismo americano. La rassegna ripercorre le vicende della sua vita e mira a far riscoprire, attraverso l’analisi delle stampe, alcune delle sue opere più importanti.
Edward Hopper è forse un pittore poco considerato dalla critica, in quanto appartenente a un periodo artistico più recente ed esponente della pittura americana. Ad uno studio più approfondito scopriamo invece un artista interessante, in cui spesso si trovano influenze e contatti con l’arte europea. Un altro peculiare aspetto che caratterizza l’artista è la celebrazione e la critica della società americana attraverso la pittura.
Le influenze di Hopper: dagli “Otto” a De Chirico per una pittura che diventa metafisica.
Dopo aver subito l’influenza del gruppo degli “Otto” (pittori di ispirazione realista che miravano a rappresentare la vita e il dinamismo della città americana), compie nel 1906 il primo viaggio a Parigi, dove apprende le tecniche dei pittori impressionisti e, comprendendo maggiormente il rapporto dei soggetti con la luce, impara a schiarire meglio i colori. La luce di Hopper però è opposta a quella degli impressionisti: non disgrega gli elementi ma ne conserva il disegno e l’architettura (Il Pont des Arts, 1907).
Tornato negli Stati Uniti, alla ricerca di un equilibrio tra l’influsso dell’arte francese e la necessità di ricollegarsi alla propria tradizione, imposta uno stile originale che si può trovare nelle opere Strada nel Maine (1914) e Blackhead Monhegan (1916-1919). Tra il 1911 e il 1924, visti gli scarsi guadagni con la pittura per vivere si dedica all’illustrazione, realizzando opere significative e disegnando figure che riprende in seguito. Un’altra grande influenza per l’artista americano è sicuramente l’arte di De Chirico, padre della pittura metafisica. L’influsso del pittore italiano si può ad esempio notare nell’opera “Il faro a Two Lights”: la pittura di Hopper condivide con quella di De Chirico l’atmosfera sospesa, la luce nitida e geometrica, la costruzione dello spazio e la ricerca sul senso (o la mancanza di esso) nelle cose.
Edward Hopper e la mostra a Cerea, un giusto spazio ad un maestro poco noto.
La mostra non manca di soffermarsi sull’importanza della pittura hopperiana nella rappresentazione della società americana, sospesa tra il fascino per il progresso e la società dei consumi e la crisi dei valori tradizionali che lasciano spazio a tristezza e solitudine (Farmacia, Cinema a New York, Ufficio di notte, New York Office). L’esposizione analizza inoltre l’impatto che l’artista ha avuto nel cinema e nell’arte americana, da “La casa lungo la ferrovia” (1925), ricreata appositamente da Hitchcock per l’ambientazione del film Psycho, fino all’influenza sulla pop art americana. La mostra è senza dubbio un’iniziativa interessante che mira a far riscoprire un artista meno conosciuto all’interno del nostro paese, artefice di una pittura originale, influenzata dall’arte europea e che mira alla ricerca della bellezza, non risparmiando alcune critiche alla società dei consumi.
