Sono giovani e motivati i ragazzi che decidono di arruolarsi nella “legione straniera” per combattere in Ucraina, ma in Italia è reato
Sono moltissimi i giovani che desiderano arruolarsi nella Legione Straniera per andare a combattere contro i russi in Ucraina. I giovani si rivolgono direttamente al consolato dell’Ucraina a Padova, chiedendo come possono fare per dare il loro contributo al fronte.
«Riceviamo decine e decine di richieste di cittadini che chiedono di raggiungere le zone di conflitto come foreign fighters», spiega al Corriere del Veneto il Console onorario per le Tre Venezie, Marco Toson. Si tratta di ragazzi che vogliono arruolarsi come volontari in quella che viene chiamata “Legione internazionale dell’Ucraina”.
Sono giovanissimi, tra i 18 e i 20 anni i ragazzi che stanno provando ad arruolarsi
«Si tratta soprattutto di giovani di 18-20 anni che vivono tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, ma non mancano adulti di 30 o 40 anni». Questo è l’identikit del giovane che desidera arruolarsi nella guerra in Ucraina, stando alle parole del Console.
Sono molte e diverse le storie che giungono dal consolato in questi giorni. Da cui raccontano anche «del ragazzo moldavo che ci ha telefonato e, dopo qualche giorno, ha inviato una email per ringraziarci e comunicarci che si stava preparando alla partenza. Nei giorni scorsi si sono presentati anche padre e figlio, entrambi veneti».
Vogliono dare il loro contributo al conflitto in Ucraina, spinti dall’appello del presidente Zelenskyj
L’intenzione di questi ragazzi è dare il proprio contributo nel conflitto in atto. «Sono rimasti impressionati dalle immagini trasmesse dalle televisioni e si vogliono impegnare direttamente per respingere l’invasione. A chi ci contatta forniamo un numero di telefono che fa riferimento all’ambasciata di Milano, cui compete anche una valutazione di tipo legale, visto che c’è chi sostiene che in Italia l’attività di reclutamento sia illegale».
La causa scatenante di questa mobilitazione è stata il discorso del presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyj. Egli ha lanciato un appello a coloro che desiderano combattere per il suo Paese. «Sono almeno sedicimila gli stranieri pronti a unirsi alle forze dell’Ucraina contro l’aggressione russa di Vladimir Putin» ha esordito.
Attivo un sito internet dedicato, in cui si possono trovare tutte le informazioni per arruolarsi nella legione straniera ucraina
Non solo, è stato anche attivato un sito internet: Fightforua.org, con tanto di bando di arruolamento in “sette passi” e slogan incisivi. «Se hai esperienza di combattimento o vuoi acquisirla stando con i coraggiosi difensori dell’Ucraina, unisciti alla Legione internazionale di difesa. L’esperienza di vita è garantita!» si legge nel sito.
Il manuale di arruolamento in sette passi è molto particolareggiato. Al primo posto si trova: «Rivolgiti all’ambasciata dell’Ucraina nel tuo paese con l’intenzione di entrare a far parte della Legione». Ecco perché molti giovani sono andati all’ambasciata di Padova. Ma ci sono anche 68 punti di reclutamento in giro per il mondo, da quell’elenco, però, sono spariti i consolati di Napoli e Milano.
In Italia, però, il reclutamento è vietato, dunque i funzionari ucraini rischiano di passare dei guai
Questo perché, i consoli di stanza in Italia, rischiano di avere delle noie giudiziarie. Il reclutamento, infatti, è illegale in Italia. L’articolo 244 del codice penale prevede che «chiunque, senza l’approvazione del Governo, fa arruolamenti o compie altri atti ostili contro uno Stato estero, in modo da esporre lo Stato italiano al pericolo di una guerra, è punito con la reclusione da sei a diciotto anni».
Ecco perché, il 28 febbraio, quando il consolato ucraino a Milano aveva pubblicato un annuncio in cui si diceva che «le porte sono aperte agli aspiranti legionari», era scoppiato un vero e proprio putiferio. Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista, aveva annunciato un esposto in procura.
Il post è stato prontamente rimosso e i riferimenti italiani cancellati dal sito. Inoltre, se si prova a chiamare, risponderà un funzionario incaricato di spiegare che in Italia questa pratica è vietata. Ovviamente questo non ferma gli aspiranti combattente, come dimostra la storia del moldavo che aveva contattato l’altro Consolato.
Lo studente moldavo partito per arruolarsi nella legione straniera ucraina, condivide il suo diario dal fronte sul web
Non solo è riuscito a raggiungere l’Ucraina, ma sta militando nel «Gruppo di Difesa della città». La sua esperienza viene seguita attraverso il web, grazie al suo «Diario dal Fronte» che pubblica quotidianamente sul Corriere del Veneto. Leggendolo si può essere aggiornati sulla sua situazione.
Combattere per una terra che non è la propria: il mercenariato ha una lunga storia
Dopotutto, fin dall’antichità, ragazzi di ogni età ed estrazione sociale hanno provato ad arruolarsi in guerre altrui. La storia dei mercenari comprende atti di eroismo, spirito di avventura e competenza militare che per secoli ha impedito che fosse la popolazione civile a subire le conseguenze della guerra.
Quest’epopea affascinante è ben descritta da François-Xavier Sidos, mercenario appassionato di Storia, nell’ultima pubblicazione di Altaforte Edizioni: “Viva la morte mia. Storia dei mercenari da Senofonte a Bob Denard”. Da cui traiamo questa citazione.
Chi sono davvero i mercenari? La definizione più calzante non è quella che si trova sui dizionari, ma vive nelle parole di Bob Denard
Allo stesso modo, il fatto che spesso i mercenari abbiano servito l’interesse pubblico non cambia nulla alla validità di questa definizione. I vantaggi morali possono sommarsi a quelli materiali senza per questo rendere tale mestiere insopportabile.
Bob Denard, interrogato su questo argomento, riassunse perfettamente questa realtà: «Il nostro onore è portare le armi per quelli che non possono farlo». Da questo punto di vista, perfino i combattenti occasionali per una sola causa possono e devono essere considerati come dei mercenari a partire dal momento in cui apportano un sostegno armato al di fuori del quadro strettamente ufficiale del loro Stato d’origine.
Da “Viva la morte mia. Storia dei mercenari da Senofonte a Bob Denard”, pagina 29.

