“Carlo Cracco stella cadente”: nelle aule del tribunale di Verona il cuoco vicentino dice oggi per la prima volta la sua nel processo che lo vede parte lesa per diffamazione
Galeotta fu la recensione. E oggi Carlo Cracco, presente in aula a Verona per il processo che lo vede parte lesa, si leva qualche sassolino nella scarpa rispetto alla dura recensione che il giornalista veronese Achille Ottaviani, nel ruolo invece dell’accusato, gli riservò nel 2016 in occasione del pranzo di gala per il 50esimo anniversario di Verona Fiere.
Cracco: “Un articolo gravemente diffamatorio che è stato ripreso da testate nazionali e principali siti online. Una recensione lesiva per me e per la mia squadra”
La cornice era quella dell’Arena, lo splendido anfiteatro veronese. Quattrocento i vip invitati. Tra di loro Achille Ottaviani, ex senatore e direttore di una nota testata veronese, a cui la cena proprio non parve piacere. Tanto da pubblicare una recensione invero piuttosto ruvida: “Una stella cadente”. Secondo Ottaviani “tutti alla fine se ne sono usciti delusi, un po’ affamati e tentati di entrare nei kebab limitrofi”. Apriti cielo.
“Qualità del cibo e relative mescolanze” che “sono state per la gran parte dei 400 vip invitati una delusione”. Tanto che “tutti alla fine se ne sono usciti delusi, un po’ affamati e tentati di entrare nei kebab limitrofi”
Nonostante il pm avesse chiesto l’archiviazione, il giudice aveva altrimenti: “non si può invocare il diritto di critica poiché l’articolo richiama fonti generiche, vaghe e sostanzialmente impersonali, non controllabili, assimilabili alla vox populi”. La notizia non era oggettiva, ma soggettiva. Eccoci quindi all’oggi, con il processo in corso. Con lo chef vicentino che per la prima volta ha esposte le sue contestazioni: “Nessuna critica, ma solo complimenti. Altro che delusione. Una pubblicazione i cui contenuti non corrispondono in alcun modo al vero”. Ora sarà un giudice a stabilire chi avesse ragione.

