La crisi idrica che sta colpendo duramente anche il Veneto, sta riportando a galla tesori archeologici sommersi da millenni
A seguito dell’abbassamento del livello dei fiumi e dei laghi stanno tornando a galla preziose testimonianze di epoche lontanissime. Le zone maggiormente interessate dal fenomeno sono alcuni tratti dei fiumi Brenta, Bacchiglione, Piave, Adige e del Lago di Garda.
Fiumi custodi di tesori
I Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Venezia, insieme al personale del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Belluno, stanno monitorando costantemente i territori lacustri e fluviali per garantire la conservazione dei reperti. Relitti ricompresi nel braccio di mare tra Malamocco ed Eraclea, vengono ora valutati nelle loro attuali condizioni per la loro migliore valorizzazione.
Relitti nell’Adige
Lungo il fiume Adige, nel tratto tra Verona e Legnago, la situazione è particolarmente critica. Già a marzo la siccità aveva fatto riemergere importanti rovine murarie del Castello Morando a Bonavigo. Oltre ad alcuni relitti di età moderna, i ricercatori continuano a rinvenire palafitte e resti di strutture risalenti sia all’antichità, sia all’epoca medievale-rinascimentale.
L’antichità nel Brenta e nel Piave
Nei fiumi Brenta e Piave, invece, la preoccupante secca non ha riportato in luce particolari ritrovamenti ma, ad oggi, ricercatori e archeologi continuano le ricerche. Potrebbero infatti riemergere dai due fiumi veneti, per mano della crisi idrica, importanti piccoli reperti, come armi, anfore o bronzetti antichi risalenti addirittura a migliaia di anni fa. Questo si verificherebbe grazie alla vasta antropizzazione del territorio fin dall’età del Bronzo.
Ricerche archeologiche nel Bacchiglione
Anche il fiume Bacchiglione, che scorre tra Vicenza e Padova, è tutt’ora oggetto di monitoraggio per l’alta potenzialità archeologica dell’area. La crisi idrica che sta attraversando il fiume veneto, potrebbe dunque svelare nuovi affascinanti misteri riguardanti la storia della nostra regione. Vari ritrovamenti, ancora oggetto di studio, sono stati infine scoperti sul fiume Adige, nei pressi della località veronese di Roverchiara e ad Albaredo d’Adige. Stesso discorso sul fiume Brenta in prossimità della padovana Limena.
“grazie” alla siccità
Se da una parte, quindi, agricoltori e amministratori si stanno scomponendo in improbabili danze della pioggia rituali per combattere la siccità, dall’altra archeologi e appassionati di storia ringraziano la crisi idrica a caccia di nuove scoperte tra la nostra rete fluviale.
Andrea Bonazza

